Palazzo Besta a Teglio in Valtellina

È terminato il restauro conservativo della parete orientale del cortile di Palazzo Besta a Teglio, in Valtellina, con affreschi di scene tratte dall’Eneide (di Cristina Risciglione e Renato Corpaci).

Teglio è un comune di 4 500 abitanti della provincia di Sondrio. Si ritiene che la Valtellina abbia ricavato il suo nome dal castello medioevale di Teglio. La torre quadrata, costruita sulle rovine di un precedente edificio di fondazione romana, è conosciuta come Torre de li Beli Miri.

Vari ritrovamenti archeologici attestano la presenza di insediamenti umani nell’area già in età preistoriche, forse per la posizione strategica e per l’abbondanza d’acqua che ha favorito lo sviluppo agricolo.

Palazzo Besta

Conosciuto anche come la “piccola reggia nelle Alpi”, fra le più significative dimore rinascimentali, ottimo esempio d’architettura patrizia lombarda, Palazzo Besta a Teglio, fu restaurato, aperto al pubblico e adibito a museo nel 1927.

Facciata principale di Palazzo Besta a Teglio

La costruzione fu intrapresa nella seconda metà del Quattrocento per volere di Azzo I Besta, che non fece a tempo a vederne il completamento.

Milano, Donato Bramante, Casa Fontana Silvestri

Fu portata a termine nel secolo successivo dal figlio Azzo II con la moglie Agnese Quadrio, annettendo edifici preesistenti, refinendo gli interni con importanti cicli di affreschi a soggetto biblico, mitologico e storico, facendone, insomma, un’elegante corte rinascimentale che ospitava artisti, letterati e filosofi.

In quell’epoca – attivi a Milano Leonardo da Vinci, Donato Bramante, più una pletora di artisti che hanno lasciato inciso i loro nomi negli annali della Storia dell’Arte – le famiglie più illustri si erano fatti costruire la propria residenza su modello vitruviano, con decorazioni all’antica (la pietra, la terracotta e le pitture monocrome), come è ben visibile nell’unico palazzo bramantesco sopravvissuto a Milano: Casa Fontana Silvestri in Corso Venezia, la cui facciata appariva un tempo interamente affrescata. Questo è anche il criterio che i Besta hanno preso in considerazione per la loro magione valtellinese.

La facciata principale di Palazzo Besta a Teglio è articolata su due piani, separati da un’alta fascia decorata a losanghe. L’ingresso avviene attraverso un imponente portale rinascimentale in pietra, che conduce a un cortile quadrato circondato da due ordini di arcate sorrette da colonne.

Piano Terra

Il piano terra ospita l’Antiquarium Tellinum, una raccolta di stele preistoriche incise, attribuite all’Età del Rame (III millennio a.C.), tra cui le tre in granito del III millennio a.C., trovate nel 1940 a Càven: due con incisioni che rappresentano il sole, pugnali e figure di cervidi, mentre la terza rappresenta una figura antropomorfa dai tratti femminili probabilmente associata alla Dea Madre, immagine di fecondità. Importanti testimonianze della civiltà preistorica valtellinese

Primo Piano

Al primo piano di Palazzo Besta a Teglio è possibile ammirare il Salone d’onore, decorato con ventun episodi tratti dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e dipinti dal pittore Vincenzo de Barberis. L’ultimo riquadro raffigura una scena tratta dal Canto XXXIV del poema, in cui Astolfo, accompagnato da San Giovanni, vola verso la Luna per recuperare il senno perduto da Orlando.

Nel fregio che delimita le scene alla base, sono dipinti in caratteri dorati motti latini tratti dagli Adagia di Erasmo da Rotterdam.

Gli affreschi della Sala della Creazione contengono Storie della Genesi, in sette riquadri sul soffitto. Nelle dodici lunette sono raffigurate invece le Storie dei progenitori e le Storie di Noé. Nel complesso programma iconografico spicca l’assenza della rappresentazione di Dio, a riflettere il delicato rapporto tra la cultura cattolica e quella protestante. Con ogni probabilità il ciclo di affreschi fu realizzato in seguito al matrimonio (1576) di Carlo I Besta con Anna Travers, di religione riformata.

Nella sala, le lunette illustrano storie tratte dalla Bibbia, tra cui un affresco di Giuseppe Prina raffigurante La regina di Saba ricevuta da re Salomone e, affrescato sulla volta, un planisfero “pallioforme” che si ipotizza sia stato realizzato utilizzando come modello geografico la Weltkarte, una tavola realizzata a stampa, nel 1545, dal cartografo e matematico renano Caspar Vopel (1511-1561).

Secondo Piano

La Sala delle Metamorfosi prende il nome dalle decorazioni sul tema del poema di Ovidio, sette scene intervallate da coppie di putti dipinte nel 1580 dal pittore bresciano Aragonus Aragonius.

Durante la visita, è possibile attraversare tre stüe, stanze contenenti una stufa, interamente rivestite con boiseries in legno di cembro

Corte d’Onore

La corte d’onore di Palazzo Besta a Teglio, di proporzioni perfettamente cubiche, è rappresentata da un doppio loggiato, scandito da colonne che sostengono archi su quattro lati del cortile. Al piano superiore, una balaustra e un secondo ordine di colonnine, più fitte, con archi proporzionatamente più piccoli, cingono la corte su tre lati. Il quarto lato è chiuso da una parete con tre finestre che danno luce a una stanza di passaggio.

Un ciclo di affreschi monocromi raffigurante scene tratte dall’Eneide copre la parte superiore del colonnato, mentre la balaustra è affrescata con motivi policromi raffiguranti putti, fauni e altre figure immaginarie. Questi motivi sono interrotti da alcuni ritratti in tondi, tra cui forse i protagonisti della famiglia Besta.

Nell’angolo nordoccidentale del cortile di Palazzo Besta a Teglio, un pozzo ottagonale in marmo, per la raccolta dell’acqua piovana, ostenta l’iscrizione “Azzo Secundus 1539”.

Il restauro

Un primo intervento, avviato nell’ottobre del 2022 e conclusosi a fine maggio 2023, ha riguardato, in via sperimentale, la parete orientale del cortile, interessando sia gli affreschi di scene tratte dall’Eneide che le colonne, con l’obiettivo di mettere a punto la metodologia d’ntervento per il ripristino dell’intera corte.

Il restauro è stato eseguito dal team composto da Valeria Galizzi, con Francesca Cardona, e Valentina Balconi, restauratrice interna alla direzione regionale Musei Lombardia. I lavori sono stati condotti sotto la supervisione di Giuseppina di Gangi, Direttore di Palazzo Besta.

Finanziato nell’ambito del progetto Interreg di cooperazione Italia-Svizzera, il progetto, con Capofila il Comune di Tirano e Regione Bernina, intende rafforzare l’attrattività dei territori di Valtellina e Valposchiavo, valorizzandone il patrimonio culturale, soprattutto in chiave turistica.

Sonia Bombardieri, assessore alla cultura del Comune di Tirano, è il referente del progetto Interreg. Emanuela Daffra è Direttore regionale Musei Lombardia

Per maggiori informazioni: Progetto Interreg

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