Diego Marcon Dramoletti

Dal 5 al 30 giugno 2023, la Fondazione Nicola Trussardi presenta Dramoletti, la prima mostra istituzionale antologica in Italia di Diego Marcon (di Cristina Risciglione e Renato Corpaci)

Diego Marcon, “The Parents’ Room”

L’arte di Diego Marcon è inquietante. Prima di tutto per i suoi contenuti, che fanno riferimento ad aspetti della nostra società interessati da una acuta fase di malessere (la società è sempre interessata da un’acuta fase di malessere. Solo, non è mai la stessa fase). In secondo luogo perché, invece di sentirsi respinto dall’angoscia che emanano i suoi spettacoli, lo spettatore se ne sente emozionalmente coinvolto, potremmo dire quasi morbosamente attratto.

Entrando nel Teatro Gerolamo, piccolo scrigno dello spettacolo milanese, oggi sede temporanea dell’attività itinerante della Fondazione diretta da Beatrice Trussardi con la direzione artistica di Massimiliano Gioni, se non si prende l’ascensore per il terzo piano, si può scegliere di entrare nella platea e assistere al primo filmato, rigorosamente proiettato con un proiettore a pellicola. Come anche i seguenti.

Ludwig. Un breve “Musical”

Ludwig, un’animazione di computer grafica che si svolge nell’oscurità della stiva di una nave in balia della tempesta.

Il personaggio creato in animazione, è illuminato dalla fiamma di un fiammifero che tiene tra le mani. Il viso del bimbo, seduto su una cassa, oscilla in profondità (avanti e indietro, forse in balia del mare agitato) in una traiettoria che indoviniamo a “otto” canticchiando un motivo ispirato al “lied” – canzone per voce solista e pianoforte composta da Federico Chiari e voce dal coro di voci bianche dell’Accademia della Scala – su testo di Diego Marcon. Il canto si interrompe nel momento in cui il fiammifero nelle mani del bambino si consuma e si spegne a causa del sussulto conseguente alla bruciatura.

Dio come son stanco
mi sento proprio giù
Vorrei tirar le cuoia
e non pensarci più

Eppur…

A questo punto, il loop si riavvia tra le scintille di un riluttante nuovo fiammifero e tutto ricomincia. Il segmento dura solo pochi secondi.

Untitled (Head falling 01, 02, 03, 04, 05)

L’esposizione continua sui palchi del primo e secondo ordine, dove troviamo la proiezione di un’animazione prodotta dipingendo e graffiando la pellicola 16mm. Il segmento, Untitled (Head falling 01, 02, 03, 04, 05) è un’opera del 2015, composta da cinque teste colte nel momento di addormentarsi e risvegliarsi.

Ma noi saltiamo al terzo livello, dove troviamo la proiezione di un altro musical di Marcon, già presente alla Biennale Arte a Venezia nel 2022.

The Parent’s Room (2021)

Un’ensemble di dodici strumentisti esegue un tema di Federico Chiari – arrangiato da Luca Missiti sul testo di Diego Marcon – l’autore della musica che anima il secondo cortometraggio, un filmato in 35mm di 10′:02” visibile al terzo piano del Teatro Gerolamo

Il loop inizia quando il merlo si posa sulla finestra aperta della stanza. Il personaggio che intona la canzone (il padre) racconta di aver ucciso il proprio figlio; quindi, la figlia e, a seguire, la moglie. Per finire…

I guess it’s true, I killed all three of you
But after all I killed myself too.
I threw the window wide
To change the air inside
Then shot myself and lay down and died.

Una storia tragica, che richiama brutamente alla realtà. Gli omicidi in famiglia riempiono spesso le pagine dei quotidiani. Nel 2021 praticamente uno ogni due giorni (Istat). Alcuni riguardano delle vere e proprie stragi, a scapito di coniuge e figli, proprio come ne The Parent’s Room.

Diego Marcon, Il malatino

Inizialmente il progetto di Diego Marcon era di usare pupazzi in stop-motion. Si è optato successivamente di dirigere attori in carne e ossa che si comportassero, però, come burattini e truccati di conseguenza. I volti dei personaggi indossano maschere che ricoprono interamente il volto, tranne labbra e occhi, per prevenire qualsiasi espressione facciale.

Il malatino (2017)

Nel sotterraneo, un altro filmato, in 16mm gira in loop, rappresenta un piccolo corpo, nascosto dalle coltri del letto, che respira profondamente. Unica colonna sonora, il rumore della pellicola che gira nel proiettore senza soluzione di continuità. Titolo: Il malatino (2017)

Un momento dell’evacuazione temporanea del Teatro Gerolamo

L’uso di proiettore e pellicola può riservare degli svantaggi. Il surriscaldamento di uno dei proiettori ha provocato nel piccolo teatro un allarme incendio (fortunatamente senza conseguenze) ma che ha causato l’evaquazione temporanea della struttura da parte dei partecipanti alla presentazione.

Fondazione Nicola Trussardi

La Fondazione Nicola Trussardi è un’istituzione no profit privata, che, come un museo mobile, riscopre luoghi dimenticati e spazi simbolici della città di Milano, invitando gli artisti più importanti del panorama internazionale a reinventare la città, immaginando nuovi usi per palazzi, piazze, chiese, monumenti e altri edifici emblematici di Milano. Le sue attività sono rese possibili grazie alla generosità delle socie fondatrici e ai membri del Cerchio della Fondazione Nicola Trussardi, gruppo di sostenitrici e sostenitori che ne supporta i progetti.

Dal 2003 la Fondazione Nicola Trussardi ha prodotto opere d’arte pubblica, mostre temporanee, incursioni, performance e interventi pop-up di celebri artisti internazionali tra cui Pawel Althamer, Allora & Calzadilla, Maurizio Cattelan, Martin Creed, Tacita Dean, Jeremy Deller, Elmgreen and Dragset, Urs Fischer, Fischli e Weiss, Gelitin, Ragnar Kjartansson, Sarah Lucas, Ibrahim Mahama, Paul McCarthy, Paola Pivi, Pipilotti Rist, Anri Sala, Tino Sehgal, Stan VanDerBeek e Nari Ward, oltre a presentare grandi mostre a tema a Palazzo Reale e alla Triennale.

Diego Marcon

Diego Marcon, artista

Diego Marcon (nato nel 1985 a Busto Arsizio, vive a Milano) lavora con film, video, installazioni e scultura. Il suo lavoro è stato esposto in importanti kermesse internazionali – come la 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (20223) e la Quadriennale d’arte FUORI, Roma (2020) – e in mostre organizzate da istituzioni pubbliche e private internazionali come Artspace, Auckland; Fondation d’entreprise Ricard, Parigi; Fondazione Prada, Milano; ICA Institute of Contemporary Arts, Singapore; Matadero, Madrid; MACRO Museo d‘Arte Contemporanea, Roma; MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma; OCAT, Shanghai; PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano; La Triennale di Milano; Whitechapel Gallery, Londra.

I suoi film sono stati proiettati in numerosi festival cinematografici, tra cui la Quinzaine des Réalisateurs, Festival de Cannes, Cannes; International Film Festival Rotterdam, Rotterdam; Cinéma du Réel, Parigi; Courtisane, Gent; BFI, Londra; doclisboa, Lisbona.

Nel 2018, Marcon ha vinto il Premio per la Scultura Fondazione Henraux e il MAXXI Bulgari Prize. Per il 2023 Marcon ha in preparazione altre due mostre personali alla Kunsthalle di Basilea (Have You Checked the Children, 27 ottobre 2023 – 21 gennaio 2024) e al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (Glassa, 30 settembre 2023 – 4 febbraio 2024).

Teatro Gerolamo

L’ingresso del teatro in un momento dell’evacuazione per allarme incendio che ha animato la presentazione alla stampa di “Dramoletti”.

Costruito in pochi mesi nel 1868, il Teatro Gerolamo in piazza Beccaria si è presentato da subito come una Scala ‘in miniatura’, con due ordini di palchi, un loggione e una platea, per una capienza totale all’epoca di 600 posti.

I lavori furono affidati alla stessa impresa che stava erigendo la Galleria Vittorio Emanuele e fu presumibilmente questa ditta a utilizzare per il Gerolamo materiali di recupero della Galleria. La gestione del teatro, affidata all’inizio al grande marionettista Giuseppe Fiando, dava spazio anche al teatro dialettale: questo grazie al contributo dell’Accademia del Teatro Nuovo, dove operavano diversi personaggi della Scapigliatura e un discreto numero di compagnie dialettali.

Dopo la morte di Giuseppe Fiando, la moglie restituì il Gerolamo alle marionette e vi furono chiamate a esibirsi svariate compagnie di teatro di figura: tra queste la prestigiosissima Carlo Colla & Figli, alla quale, infine, nel 1911, fu affidata la gestione del teatro.

I Colla vi restarono stabili, creando spettacoli memorabili, fino al 1957. In quell’anno il teatro fu chiuso una prima volta sotto la minaccia di demolizione per le sue gravi condizioni di degrado.

Recuperato all’uso da Paolo Grassi nel 1958 con una recita straordinaria di Eduardo De Filippo, il Gerolamo ha poi ospitato per alcuni anni recital, esibizioni di cabaret, monologhi, piccoli spettacoli, portando sul palco importanti protagonisti della scena nazionale e internazionale: tra gli altri Franca Valeri, Lilla Brignone, Tino Buazzelli, Jean-Louis Barrault, Paolo Poli, Milly, Enzo Jannacci, Dario Fo e Franca Rame, Ornella Vanoni, Domenico Modugno.

Tra gli anni Sessanta e Settanta il Gerolamo si presenta come sede stabile e privilegiata del teatro dialettale milanese e passa sotto la guida di diversi personaggi, fino ad approdare nel 1978 alla direzione di Umberto Simonetta. Simonetta mette in scena molti dei propri testi, abbandonando definitivamente il dialetto e teorizzando la nascita di un neo-milanese più in linea con i tempi. Tra i suoi interpreti figurano Maurizio Micheli e Rosalina Neri. La gestione di Simonetta si conclude nel 1983, anno della seconda nuova chiusura, per ragioni di uscite di sicurezza non a norma.

Nel 2017 il teatro viene recuperato e messo a disposizione della città Milano per iniziativa privata della Società Sanitaria Ceschina, proprietaria da circa un secolo dello stabile che ospita il Gerolamo. La Società ha provveduto ai lavori di restauro, proseguiti per sei anni e improntati all’idea di conservare e consolidare quanto era possibile recuperare della struttura originaria e del suo splendore. Il Gerolamo oggi conta 209 posti complessivi e numerosi nuovi spazi: una sala caffetteria, uno spazio per conferenze, mostre e proiezioni al piano terra, una piccola sala con un pianoforte e biblioteca.

Per maggiori informazioni: Fondazione Trussardi

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