Helmut Newton.Legacy

Nelle sale di Palazzo Reale a Milano apre al pubblico l’ampia retrospettiva HELMUT NEWTON. LEGACY, ideata in occasione del centesimo anniversario della nascita del fotografo (Berlino, 1920 – Los Angeles, 2004), poi posticipata a causa della pandemia.

Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino, curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e da Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia a Venezia, ripercorre attraverso 250 fotografie, riviste, documenti e video l’intera carriera di uno dei fotografi più discussi di tutti i tempi.

Lungo un percorso articolato in capitoli cronologici, i visitatori possono attraversare tutte le fasi ed evoluzioni della vita e della carriera del fotografo, dagli esordi fino agli ultimi anni di produzione.

Helmut Neustädter nasce a Berlino nel 1920, città che deve lasciare per riparare a Melbourne, in Australia, poco dopo la Notte dei Cristalli, l’esecrabile evento che nel 1938 dà inizio alla persecuzione degli ebrei in Germania.

Nel 1956 cambia il suo nome in quello di Helmut Newton, quando inizia a collaborare con Vogue Australia, Vogue Inghilterra e con Henry Talbot, nel loro studio comune a Melbourne.

Tuttavia, è a Parigi che Helmut Newton comincia a delineare il proprio inconfondibile stile, quando coinvolge le modelle, vere e proprie “star” dei suoi reportage di moda, a interagire con elementi estranei al soggetto della fotografia, a mimare situazioni più o meno drammatiche, a comparire in ambienti più o meno esotici o apparentemente in contrasto con lo scopo del reportage stesso.

Helmut Newton-René Magritte

Comincia, insomma, a creare quelle immagini destabilizzanti che non possono fare altro che attirare l’attenzione dell’osservatore, per imprimersi nella sua memoria, anche suo malgrado, in maniera indelebile. Progressivamente, Newton cambia il mondo della fotografia di moda, un settore abbastanza conservatore e prudente, rendendolo un campo in cui possano prosperare visioni anticonvenzionali e persino scandalose, e scaturire controversie.

Con gli anni, procede inesorabilmente verso quelle immagini crude, per lo più in B&N, che caratterizzano il suo lavoro, sempre più intrise di ironia graffiante, tendente progressivamente al sado-maso, fra tute di latex, museruole e frustini da equitazione. Dipinge, insomma, la donna come dominatrice, agressiva e assolutamente padrona del proprio corpo, mentre si esibisce, con sfrontata sicurezza, senza veli, al limite dell’accettabilità e del buon gusto.

Si può concludere che la donna rappresentata da Helmut Newton, sia tutto tranne che il tipico personaggio nel ruolo abitualmente assegnatole dalla società, e le modelle si prestano. Come se il fotografo volesse illustrare le sue muse come intimamente vorrebbero essere viste, risultando personaggi insoliti anche per i flessibili standard del mondo della moda.

Helmut Newton-Diego Velasques (“Autoritratto con moglie e modelle”)

Accanto a questa grande produzione di immagini per il fashion, esiste una più ristretta serie di immagini che fanno chiaramente riferimento, anche se, a volte, non proprio intenzionalmente, a opere che appartengono alla Storia dell’Arte, come Autoritratto con moglie e modelle (che fa l’occhiolino a Las Meninas di Diego Velasques). «La spiegazione di questa immagine enigmatica che mescola diversi generi fotografici – spiega Matthias Harder – è che era destinata a illustrare un editoriale di moda sugli impermeabili, pubblicato dalla rivista italiana L’Uomo Vogue: in realtà il modello, maschile, era Newton. Eppure, il soggetto centrale dell’immagine, l’impermeabile, diventa secondario nella complessa composizione del fotografo…»

O la radiografia del piede nello stiletto, che s’ispira a un’opera di Meret Oppenheim.

I grandi nudi di Helmut Newton non stimolano alcun prurito libidinoso; semmai il contrario. Come se l’osservatore fosse confrontato, non dall’oggetto del desiderio, ma dalla piatta rappresentazione delle proprie più recondite fantasie.

I curatori: Denis Curti (sx), Matthias Harder (dx).

Tutto ciò avviene a Palazzo Reale in occasione di Milano Art Week, con il supporto di Coop Lombardia e Rinascente. I partner tecnici sono Aquafil con Radici, Tessuti di Sondrio con Cittadellarte Fashion B.E.S.T. Travel partner Ferrovie dello Stato Italiane.

Grazie agli accordi tra Marsilio Arte e la Helmut Newton Foundation, la retrospettiva, per la quale è previsto un tour in importanti musei europei e internazionali, è in esclusiva in Italia a partire da marzo 2023 fino all’estate 2024, e dopo Palazzo Reale sarà esposta anche a Roma, al Museo dell’Ara Pacis nell’autunno 2023, e a Venezia, all’interno del nuovo centro di fotografia “Le Stanze della Fotografia” sull’Isola di San Giorgio Maggiore, nella primavera 2024.

HELMUT NEWTON. LEGACY
a cura di Matthias Harder e di Denis Curti
Palazzo Reale a Milano
24 marzo 2023 – 25 giugno 2023

Per maggiori informazioni: Palazzo Reale, Milano

Condividi su:
Pin Share