Un’area naturale nei pressi del centro di Monterotondo Marittimo (GR), è caratterizzata da vaste aree di terreno biancastro – il Parco Naturalistico delle Biancane – da cui fuoriescono emissioni di vapori sulfurei (di Cristina Risciglione e Renato Corpaci).

Situato tra il borgo di Monterotondo Marittimo e il paese di Sasso Pisano, il Parco Naturalistico delle Biancane è una zona quasi lunare, caratterizzata da un colore biancastro del terreno e dalla fuoriuscita di vapori gassosi dal sottosuolo.
Il colore diafano è dato dalla reazione chimica dell’idrogeno solfato (banalmente vapore acqueo e zolfo) con il calcare, connubio che trasforma quest’ultimo in gesso.
I vapori che si innalzano dal livello del terreno sono costituiti infatti per il 95% di vapore acqueo e, per il resto, da anidride carbonica, metano, ammoniaca, acido solfidrico, acido borico, azoto, idrogeno ed misura parziale elio, argon, radon ed altri gas nobili.











Questi componenti, a cui la presenza di zolfo conferisce il tipico olezzo di uova marce, sono teoricamente nocivi per gli esseri viventi ma, in queste trascurabili quantità, sono in realtà innocui.
Il terreno è molto acido e questo aspetto, unito alla temperatura che aumenta di 30° ogni 100 metri di profondità, fa sì che le specie vegetali siano molto limitate, con una tendenza alla macchia mediterranea, nonostante l’altitudine superi i 500 metri slm, con specie sempreverdi, come le eriche (erica arborea), i cisti (cistus salvifolius), e la quercia da sughero (quercus suber). D’altra parte, la temperatura media annua, grazie al calore che si sprigiona dal terreno, si aggira qui intorno ai 14°.
Il calore geotermico è anche una risorsa che Enel dal 1958 sfrutta nel sito del Parco delle Biancane con una centrale geotermoelettrica. Questa struttura, insieme con altre tre centrali localizzate nel territorio di Monterotondo Marittimo, riesce a soddisfare il 70% del fabbisogno energetico dell’area metropolitana di Grosseto.



Centrale Geotermoelettrica Enel Green Power di Larderello
La geotermia è un processo molto apprezzato nel campo della produzione di energia pulita e rinnovabile. Questo aspetto la colloca tra le risorse strategiche, alla ribalta oggi che la preoccupazione per la salute del pianeta, a causa del riscaldamento climatico causato dalle attività antropiche, viene quotidianamente alimentata da nuove conferme, come alluvioni, incendi o periodi di prolungata siccità.
I pozzi geotermici sono strutture che sondando il terreno, “bucano” le camere sotterranee in cui i vapori raggiungono pressioni esorbitanti e li convogliano alle turbine che producono energia elettrica. I vapori utilizzati, in uscita dalle turbine, vengono distribuiti sul territorio per il teleriscaldamento delle case. L’eccesso, sia gassoso che acqueo, viene nuovamente immesso nel terreno.
A Larderello è possibile visitare il foro, un grande soffione che viene aperto dal personale a cadenze stabilite.



Paradossalmente, l’idea di utilizzare l’energia geotermica, viene da un espediente concepito intorno al 1827 nell’ambito dall’attività di estrazione dell’acido borico dai fanghi dei laghi boraciferi da parte di François Jacques de Larderel. L’utilizzo di grandi quantità di fascine per l’evaporazione della parte acquosa dei fanghi, aveva portato a un disboscamento abnorme delle zone intorno all’area di produzione. Il passo successivo fu di utilizzare per questa attività il calore associato ai vapori provenienti dal sottosuolo.
In seguito, nel 1905, il principe Piero Ginori-Conti per primo si ingegnò a sfruttare l’energia geotermica per la produzione industriale di corrente elettrica.
Il che ci porta velocemente a Enel Green Power, le cui centrali sono identificabili anche a Larderello (il sito prende il nome dall’industriale boracifero), frazione del comune di Pomarance, per le caratteristiche torri di raffreddamento, in tutto simili a quelle utilizzate nelle centrali nucleari.




Le varie fasi del percorso che ha portato dall’estrazione dell’acido borico alla produzione di energia geotermica, sono ben rappresentate nel museo della geotermia, collocato all’ingresso del luogo che ospita la centrale geotermoelettrica di Enel a Larderello.
Per maggiori informazioni: Consorzio Turistico Volterra Valdicecina