Richard Avedon-Relationships a Palazzo Reale

Richard Avedon Relationships. Così, a distanza di quasi trent’anni, a Milano, Palazzo Reale dedica una nuova mostra al fotografo americano scomparso nel 2004. (Cristina Risciglione e Renato Corpaci).

Richard Avedon, Self-portrait, Provo, Utah, August 20, 1980

Difficilmente si può pensare a un fotografo più elegante di Richard Avedon. I suoi scatenati, dinamicissimi e stravaganti servizi di moda fanno da contraltare alla sua attività di ritrattista – di attori, ballerini, celebrità, attivisti per i diritti civili, capi di stato, inventori, musicisti, artisti visivi e scrittori – attività, quest’ultima, non sempre collegata a un guadagno economico immediato.

Entrambi i generi hanno prodotto immagini capaci di attirare l’attenzione di un osservatore saturo di stimoli visivi, tuttavia capaci di stamparsi in maniera indelebile nella sua mente. Possiamo solo immaginare quanto possa essere stata proficua la collaborazione tra un designer brillante come Gianni Versace e un fotografo visionario come Richard Avedon.

Nato a New York nel 1923 da una famiglia di origine russo-ebraica (il padre aveva un negozio di abbigliamento sulla Quinta Strada – un contatto infantile con il mondo dell’effimero che forse contribuì a dar forma alla successiva carriera), Richard Avedon si arruolò nella marina mercantile nel 1942 con il compito di scattare foto-tessera, esperienza che lo portò, dopo un centinaio di migliaia di scatti, alla consapevolezza di essere diventato… fotografo.

Inizialmente, a ventidue anni, poiché il periodico per cui saltuariamente lavorava come freelance (Harper’s Bazaar) non gli consentiva di usare uno studio attrezzato, il giovane Avedon fotografava i suoi modelli per strada o nei locali pubblici, il che diventò un elemento riconoscibile del suo stile, che lo portò ben presto a diventare, sotto la direzione del mitico direttore creativo Alexey Brodovitch, per vent’anni il fotografo di punta della rivista, prima di passare alla concorrente Vogue.

Si fa notare come, prima di Avedon, le modelle fossero state trattate dai fotografi nelle riviste di moda più come dei magnifici manichini, che come degli esseri umani. Avedon per primo cominciò a trattarle come le protagoniste dei suoi servizi, facendole muovere e recitare, mettendo in risalto, oltre alla bellezza fisica, anche le capacità performative.

Nonostante la moda abbia influito pesantemente sulla carriera e sul successo, Richard Avedon fu molto più emotivamente coinvolto dall’altra attività, quella di ritrattista.

Lavorando con una Rolleiflex 6×6 oppure, più frequentemente, con un’ingombrante macchina a banco ottico, una Deardoff o una Sinar 24×30, i soggetti ripresi nelle sue foto difficilmente sorridono. Uomini e donne vengono, per così dire, messi a nudo di fronte all’obiettivo. Tuttavia, aggettivi come “brutale” o “spietato”, usati da critici frettolosi, non renderebbero giustizia al suo approccio.

La mostra Richard Avedon Relationships vuole proprio fare luce sul rapporto intercorso tra il fotografo e i suoi soggetti, siano essi i protagonisti dei suoi ritratti, o le modelle dei suoi servizi di moda e permetterà ai visitatori «di approfondire il suo modo di fotografare le persone e di comprendere meglio, grazie a un confronto tra le opere, tanto la sua pratica quanto i soggetti da lui immortalati» (Rebecca Senf).

L’uso di macchine fotografiche di ampio formato, permette di produrre immagini di enorme dettaglio, fotografie che nella mostra sono messe in risalto con stampe di grandi dimensioni. I soggetti, lo sfondo bianco, il bordo nero del fotogramma che circoscrive lo scatto, contribuiscono a rendere queste immagini un’esperienza altamente appagante per l’occhio e per il senso estetico dell’osservatore.

Allestita a Palazzo Reale, promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Skira Editore in collaborazione con il Center for Creative Photography e la Richard Avedon Foundation Richard Avedon Relationships è curata da Rebecca Senf, responsabile della collezione del Center for Creative Photography, e vede come main partner Versace e media partner Vogue Italia.

Questa rassegna propone 106 immagini provenienti dalla collezione del Center for Creative Photography di Tucson, AZ e dalla Richard Avedon Foundation, istituzione, quest’ultima, costituita dallo stesso fotografo prima della scomparsa.

L’elegante catalogo di Richard Avedon Relationships contiene saggi di Rebecca Senf, curatore in capo al Center for Creative Photography all’Università dell’Arizone e di Maria Luisa Frisa, critico, fashion curator e direttore del Corso di laurea in Design della moda e Arti multimediali all’Università Iuav di Venezia. La biografia del fotografo è infine affidata alla penna sagace di Nicolas Ballario.

Per maggiori informazioni: Palazzo Reale, Milano

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