Oliviero Toscani a 80

Per gli 80 anni di Oliviero Toscani, Milano gli ha dedicato una mostra a Palazzo Reale che raccoglie più di 800 scatti, a compimento di una carriera che ha influenzato i costumi e e ha fatto discutere generazioni di cittadini (di Cristina Risciglione e Renato Corpaci)

Oliviero Toscani non è soltanto un fotografo. Anzi, è soprattutto la figura professionale che sta a monte del lavoro di un fotografo: è la mente creativa che, a priori, “immagina un’immagine”, un’icona capace di permettere al destinatario di memorizzare il prodotto o il marchio dell’azienda committente.

Lo stesso Toscani sintetizza le caratteristiche di se stesso in questa figura come «sceneggiatore, scenografo, regista, direttore della fotografia e, solo alla fine, operatore alla macchina».

Certo poi aiuta essere dotati di una personalità priva d’inibizioni al limite dell’arroganza e di una illimitata opinione di sé e delle proprie idee.

Purché se ne parli

Caratteristiche necessarie, quando per vendere “golfini” si distillano immagini che rievocano l’attualità corrente più controversa. Il classico “pugno nello stomaco”. Toscani non fotografa la realtà che incontra. Lui isola in studio gli argomenti della cronaca più clamorosa e li sintetizza in un’immagine dal forte valore simbolico.

Tuttavia, bisogna anche riconoscergli una visione del mondo positiva e ottimista, quando mette a confronto, naso contro naso, un israeliano e un palestinese, o il nudo di una donna anoressica, o una donna nera nell’atto di allattare un bimbo bianco o il bacio tra un prete e una suora, come se, nel portare in primo piano questi grandi temi, si volesse esprimere anche la possibilità di altrettanti sviluppi positivi, come dire che la soluzione è lì, a portata di mano.

Si potrebbe dire che i committenti più importanti e più tenaci di Oliviero Toscani, abbiano agito per lo più da sponsor per i suoi exploit immaginifici, permettendo alle “sue” campagne essere affisse nelle strade e di entrare nelle case dei lettori di tutto il mondo occidentale.

Ovvio che lavorare con il fotografo milanese abbia comportato a volte per i suoi clienti anche una certa dose di frustrazione. Si racconta che una ditta di costumi da bagno lo abbia ingaggiato per una campagna pubblicitaria dandogli carta bianca. Toscani, in quell’occasione, riportò un rullino di scatti che rappresentavano se stesso nudo sul bordo del mare.

Non la presero bene.

Qualche anno più tardi il fotografo sbattè in quarta di copertina niente meno che il suo sponsor più importante: Luciano Benetton, in piedi, nudo, si copriva le pudende sotto la scritta «RIDATEMI I MIEI VESTITI!». Si trattava però di un’iniziativa geniale, una gigantesca operazione umanitaria concordata con la Caritas e con la Croce Rossa internazionale, volta a raccogliere vestiti usati nei cinquemila negozi Benetton disseminati in tutto il mondo, perché arrivassero prima o poi indosso ai meno fortunati nei paesi più poveri.

Per non parlare del caso relativo alla causa intentata dallo stato del Missouri contro Toscani e Benetton, per aver ritratto quattro detenuti condannati alla pena capitale, nell’ambito del percorso visivo della campagna mondiale di comunicazione Benetton primavera-estate 2000. Gli uomini comparivano tra le decine di soggetti fotografati da Oliviero Toscani nell’arco di più di due anni nei bracci della morte di alcune carceri americane insieme all’associazione “Nessuno Tocchi Caino”.

Semplici immagini

La maggior parte delle immagini accumulate da Oliviero Toscani a 80 anni sono caratterizzate da una semplicità sconcertante (pochi colori per lo più su fondo uniforme) e da un’accurata pianificazione della tavolozza e della disposizione delle masse e dei colori nell’area immagine.

Ovviamente, data la spiccata personalità del fotografo, non si poteva non prevedere che si sarebbe occupato anche dell’allestimento della mostra a se stesso dedicata, impaginando oltre 800 scatti autografi tra le migliaia prodotti dai primi anni ’60 fino a oggi. La mostra dedicatagli dal MaxMuseo di Chiasso nell’ottobre 2017 deve averlo aiutato a superare la sua “avversione per le consacrazioni personali”.

Promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia e curata da Nicolas Ballario, priva di sezioni o di un ordine cronologico, l’esposizione di Oliviero Toscani a 80 anni è un flusso di immagini che mostrano l’impegno del fotografo nel mondo della moda, del reportage, dell’advertising, della cultura, della ritrattistica, della sperimentazione insieme a copie originali del giornale Colors Magazine fondato e diretto da Toscani, oltre a tanti video che l’hanno visto regista.

Una particolare sezione è invece dedicata ai lavori realizzati da Fedele e Marirosa Toscani (padre e sorella di Oliviero), rispettivamente primo fotoreporter del Corriere della Sera e fotografa tra le più importanti di sempre nel mondo del design.

Oliviero Toscani. Professione fotografo
Palazzo Reale Milano
dal 24 giugno al 25 settembre 2022

Per maggiori informazioni: Palazzo Reale

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