Esposti negli eleganti locali della Reggia di Colorno gli scatti della mostra “Il Ritratto: Sciascia e Borges” del fotografo siciliano Ferdinando Scianna, dal 12 settembre all’8 dicembre (di Cristina Risciglione e Renato Corpaci).
Ferdinando Scianna, uno dei pochi fotografi italiani dell’agenzia Magnum – il primo italiano accreditato all’agenzia fotografica americana – espone a Colorno, a 15 chilometri da Parma, «una piccola mostra» di ritratti.
Per Sandro Parmiggiani, curatore del festival Colorno Photo Life 2021 e del ciclo di mostre che quest’anno ha per titolo Il fattore umano – i soggetti di queste fotografie sono «due giganti della letteratura: Leonardo Sciascia e Jorge Louis Borges».
Accanto a un gruppo di 25 foto, selezionate tra le 1500 scattate nel corso di 26 anni di affettuosa amicizia, che il fotografo di Bagheria intraprese appena diciannovenne con l’autore de Il giorno della civetta, compaiono infatti quelli che furono commissionati a Scianna quando, nel 1884, lo scrittore Jorge Louis Borges fu invitato in Sicilia per ritirare un premio.











In quell’occasione, Scianna accompagnò l’argentino in giro per l’isola per “mostrare” allo scrittore notoriamente non vedente, alcuni degli angoli più suggestivi e culturalmente più stimolanti. Durante questa manciata di giorni, Scianna scattò diversi memorabili ritratti.
L’interesse del fotografo per il genere del ritratto deriva da una riflessione che concerne gli albori della fotografia, quando i fotografi lavoravano delle fiere di paese e chiunque poteva finalmente portarsi a casa per pochi soldi un ritratto personale o una foto di famiglia.
Le foto che Scianna ha scattato a Leonardo Sciascia, sono per lo più istantanee prese durante situazioni private. Piccoli eventi familiari, in cui si fotografano i propri figli e con loro gli zii e i cugini.
Questo spiega la vicinanza affettiva tra i due siciliani, le cui vite si sono intrecciate in un rapporto di reciproca fiducia e sostegno: Ferdinando si prestava a riprendere soggetti che lo scrittore riteneva utili per l’elaborazione delle sue storie e l’ospitò a Parigi, dove si trovava come corrispondente per un anno quando l’amico meditava di lasciare la Sicilia; Leonardo scrisse numerose prefazioni ai libri illustrati pubblicati dal fotografo che anche sostenne economicamente quando fu necessario.
Borges, a detta di Scianna, era una delle poche persone che fossero all’altezza del loro mito. Nella settimana che passarono insieme, il fotografo era affascinato dal fatto di scattare dei ritratti che lo scrittore non avrebbe mai visto. Borges però assicurava che se la moglie Maria Kodama gliele avesse descritte, «lui le avrebbe viste».
Insignito del premio, la regola detta che il vincitore indichi la prossima personalità da premiare. Eventualmente Borges designò come suo successore Henry Cartier Bresson. «Il ceco-veggente – conclude Scianna – nominava come suo successore l’occhio del secolo».
Per maggiori informazioni: Colorno Photo Life – Reggia di Colorno