La Villa del Balbianello a Lenno

Affacciata sul Lago di Como, dalla punta della penisola di Lavedo, col suo incantevole giardino, la Villa del Balbianello a Lenno – bene FAI – richiama ogni anno migliaia di visitatori, ansiosi di aggirarsi per i vialetti ombrosi o per le stanze che contengono i cimeli del suo ultimo proprietario: l’esploratore Guido Monzino.

La Villa del Balbianello a Lenno, fotografata dal drone
La Villa del Balbianello a Lenno, affacciata sul Lago di Como

La celebre Villa del Balbianello a Lenno, ora bene FAI, venne costruita nel 1787 dal cardinale Angelo Maria Durini, nell’area in cui sorgeva – non più attivo, si suppone – un monastero francescano. Alla morte del cardinal Durini, nel 1796 la villa fu ereditata dal nipote Luigi Porro Lambertenghi, passato negli annali anche per aver assunto alle proprie dipendenze, nella sua casa di Arluno, lo scrittore, poeta e patriota Silvio Pellico, come precettore dei figli.

La villa passò nuovamente di mano quando l’acquistò il marchese Giuseppe Arconati Visconti (1797 – 1873), deputato del Regno di Sardegna, prima di diventare, in seguito alla sua partecipazione alle Cinque Giornate di Milano, prima deputato, quindi senatore del Regno d’Italia. In questo periodo, dal salotto del marchese passarono illustri personalità della cultura, quali Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti e Alessandro Manzoni.

Subentrato alla morte del padre, il figlio Gianmartino, VII marchese di Busto Garolfo, si fece protagonista della ristrutturazione del giardino e della loggia ma, nell’assenza di una discendenza, dopo la sua morte, nel corso dei successivi 30 anni, la natura si rimpossessò del giardino e degli edifici.

La casa deteriorò velocemente, finché Butler Ames, un ufficiale statunitense, la rilevò e riportò il giardino all’originale splendore. Nel 1974 passò all’esploratore Guido Monzino, erede della famiglia fondatrice della Standa, che la trasformò in un museo dei cimeli raccolti durante le sue imprese geografiche. Nel 1988, anche Monzino morì senza lasciare eredi, non prima di aver trasferito la villa al Fondo Ambiente Italiano, da allora proprietario dell’edificio che la mantiene nelle condizioni in cui la lasciò l’esploratore lombardo.

Lo scenario suggestivo, unico nel suo genere, ha attirato l’attenzione dei produttori esecutivi delle major della celluloide, che hanno voluto girarvi scene suggestive di varie pellicole, tra cui Un mese al lago di John Irvin (1995), Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni di George Lucas (2002) e Casino Royale di Martin Campbell (2006).

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