Mimmo Paladino a Piacenza

Dal 10 ottobre al 28 dicembre 2020, Mimmo Paladino a Piacenza sorprende i passanti in piazza Cavalli, nel cuore della città, dove i bronzi equestri di Alessandro e Ranuccio I Farnese, realizzati tra il 1612 e il 1628, dialogano con l’installazione progettata appositamente dall’artista campano, tra i più riconosciuti esponenti della transavanguardia.

Le statue equestri in bronzo di Alessandro e Ranuccio I Farnese dialogano con l’installazione di Mimmo Paladino

A Piacenza il numero dei morti ufficiali per Covid 19, in termini relativi, ha superato il bilancio drammatico di Bergamo, Brescia e Cremona. Dal 21 febbraio al 28 giugno (il momento più acuta della curva dei contagi) i decessi a Piacenza — la cui provincia conta 287 mila residenti — sono stati 2461, dunque uno ogni 116 persone. Più che nella Bergamasca, più che nel Bresciano che censiscono un numero 3 – 5 volte superiore di residenti anche se le vittime del Covid sono più numerose.

In questo contesto martoriato, l’inaugurazione di una struttura equestre di Mimmo Paladino, nella piazza, un tempo denominata Piazza Grande – che oggi deve il suo nome alla statuaria in bronzo di Francesco Mochi, distribuita poco discosta dal fronte del Palazzo del Comune – rappresenta un alito d’aria pura che tende ad allontanare i vapori mefitici dell’infezione.

Scampati i Farnese alla congiura dei Sanvitale del 1611, i cittadini di Piacenza nell’intento di rinsaldare un rapporto sereno con il duca, proposero il monumento. A questo scopo, fu chiamato da Roma lo scultore di fiducia dei Farnese nella persona di Francesco Mochi da Montevarchi (1580-1654), frequentatore del palazzo romano della famiglia. La prima statua portata a termine (1616) ritrae Ranuccio Farnese, vestito da antico romano, in arcione con una pergamena in mano, segno di cultura e di moderazione, mentre i bassorilievi del basamento contengono un’allegoria del buongoverno e della pace.

Più dinamico ed esuberante l’approccio all’opera dedicata ad Alessandro Farnese, padre di Ranuccio, veterano della Battaglia di Lepanto, comandante per la Spagna dell’Armata delle Fiandre. Saldamente in sella alla sua cavalcatura, sfida il vento che gli gonfia il mantello. Per lui, il Mochi ha elaborato nel basamento l’Assalto della città di Anversa (1584) con il ponte sul fiume Schelda, la Liberazione di Parigi e Alessandro che riceve gli ambasciatori della regina Elisabetta (1587) a ricordo delle doti di valente condottiero del Duca, generale di Filippo II e governatore della Région Flamande.

Così, fino al 28 dicembre 2020, l’irregolare pianta trapezoidale di piazza Cavalli ospita anche 18 grandi cavalli scalpitanti, arcaici nella disposizione, archetipici nella forma impressa loro da Mimmo Paladino, racchiusi in un recinto quadrato di 12 metri di lato, in relazione dialettica con i preesistenti cavalieri e quadrupedi, con la città, con i cittadini di Piacenza.

Sull’area si affacciano edifici aggiunti in epoche diverse dominati dalle apprezzabili dimensioni del palazzo del Comune (Palazzo Gotico, 1281), riconoscibile dalla merlatura ghibellina, a Sud, cui si contrappone, sul lato opposto, il Palazzo del Governatore (XVIII secolo); a Ovest, il Collegio dei Mercanti (1697) e, nella nicchia a Est, la basilica di San Francesco d’Assisi (1363), preceduta dalla statua di Gian Domenico Romagnosi.

«In Paladino – scrive Flavio Arensi nel catalogo – l’arte celebra segreti e funzioni in modo ritualistico; l’artista è l’unico officiante e noi siamo meramente osservatori privilegiati chiamati però a essere frammento di un progetto dai bordi irregolari.»

Le vecchie sculture si stagliano ora temporaneamente insieme alle nuove contro lo scenario del cielo che subisce lo sconfinamento dei palazzi storici. Tra i due piani si inseriscono i passanti, affascinati dalla nuova apparizione. Entrano così, con la loro presenza, oltre che della rinnovata scenografia della piazza, a far parte dell’opera di Paladino.

Curata da Flavio Arensi ed Eugenio Gazzola, l’iniziativa partecipa al programma di Piacenza 2020/21 promosso da un comitato composto dal Comune di Piacenza, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dalla Diocesi Piacenza-Bobbio, dalla Camera di Commercio di Piacenza, in linea con il tema “Crocevia di culture”, con cui la città si è candidata al titolo di capitale italiana della cultura.

PALADINOPIACENZA
Piacenza, Piazza Cavalli
10 ottobre – 28 dicembre 2020

Per maggiori informazioni: www.piacenza2020.it

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