Queste parole paradossali di Karl Kraus, tratte da Gli Ultimi Giorni dell’Umanità, (1915) puntano il dito sulla manipolazione dell’informazione e, di conseguenza, della popolazione, in favore di un consenso sulle catastrofiche decisioni all’origine delle più immani carneficine.
La visita al Sacrario Militare di Cima Grappa, a 1776 m slm e a 30 chilometri circa da Bassano del Grappa, è la maniera più diretta che abbiamo di soppesare la futilità della guerra in rapporto alle sue conseguenze, in termini di spreco di energie, di lutti, di rovine, di perdite di vite e di cordoglio.
Il poeta Giuseppe Ungaretti che a quella guerra partecipò, soldato semplice del 19° Reggimento di Fanteria, esprime così il dolore per i commilitoni caduti.
SAN MARTINO DEL CARSO
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello
di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato


















Progettato dall’architetto Giovanni Greppi, con la collaborazione dello scultore Giannino Castiglioni, il Sacrario Militare di Cima Grappa ospita i resti di 12.615 caduti italiani della Grande Guerra (di cui 10.332 ignoti) e di 10.295 soldati austroungarici (di cui 10.000 ignoti).
Sono solo una piccola frazione su un totale delle vittime del conflitto, tra militari e civili, calcolato tra 15 e 17 milioni di vite umane e più di 20 milioni tra feriti e mutilati.
Stretto tra le valli del Brenta e del Piave, il massiccio del Grappa assunse un’importanza decisiva per le sorti del Primo Conflitto, quando, in seguito al rovinoso esito della dodicesima battaglia dell’Isonzo e alla disfatta di Caporetto, l’Esercito Italiano ripiegò verso Sud, attestando una nuova linea difensiva sul massiccio, ultimo baluardo a difesa della Pianura, raggiunta la quale, l’esercito nemico avrebbe potuto dilagare. Dopo due battaglie e una strenua guerra di trincea, il Grappa fu la base del contrattacco che rovesciò le sorti della Guerra e portò le truppe Italiane verso la vittoria finale.










È bene ricordare comunque che l’offensiva nemica tenne i fanti nazionali (e i loro antagonisti dalla parte opposta) sotto scacco, in condizioni di vita impossibili, tra la neve e il fango e i reticolati e le mine e le fucilate e i colpi di mortaio, dal 14 Novembre 1917, al 15 giugno 1918.
Stato di precarietà mirabilmente reso, ancora in quattro sparuti versi (1918), dallo stesso poeta Ungaretti.
SOLDATI
Si sta
come d’autunno
sugli alberi
le foglie
Il destino dei soldati è qui assimilato alla sorte delle foglie sui rami degli alberi, passibili di caduta a ogni alito di vento. A ricordare la caducità della vita dei soldati, è anche l’incipit di un celebre romanzo di Ernest Hemingway.
ADDIO ALLE ARMI
I
Sul finire dell’estate di quell’anno eravamo in una casa in un villaggio che di là dal fiume e dalla pianura guardava le montagne. Nel letto del fiume c’erano sassi e ciottoli asciutti e bianchi sotto il sole, e l’acqua era limpida e guizzante e azzurra nei canali. Davanti alla casa passavano truppe e scendevano lungo la strada e la polvere che sollevavano copriva le foglie degli alberi. Anche i tronchi degli alberi erano polverosi e le foglie caddero presto quell’anno e si vedevano le truppe marciare lungo la strada e la polvere che si sollevava e le foglie che, mosse dal vento, cadevano e i soldati che marciavano e poi la strada nuda e bianca se non per le foglie.
Il Sacrario Militare di Cima Grappa si stende dunque in direzione Nord-Sud sulla vetta più alta del massiccio omonimo.
A Nord, sono ospitati i caduti dell’Esercito Austro-Ungarico. A Sud, affacciati sul panorama della Pianura Padana – costellata a perdita d’occhio di abitazioni circondate da colture – i nostri. Le due sezioni, composte da cinque tronchi di cilindro sovrapposti e concentrici, sono collegate dalla Via Eroica, un ampio camminamento marmoreo in pietra del Grappa che percorre 250 metri, collegando il sacello contenente la cappelletta della Madonna del Grappa, con il il Portale Roma, un edificio funerario che ospita un terrazzo/osservatorio da cui lo sguardo spazia dall’uno all’altro sui due estremi della struttura.

Dal Sacrario Militare di Cima Grappa, guardando verso Est, si scorge il Rifugio Bassano, punto di riferimento per conforto dei visitatori del Sacrario ma anche per tutti gli escursionisti che, nella stagione estiva, percorrono la rete di sentieri che collega i boschi e le cime circostanti.
Una grande scala monumentale porta dal livello del Rifugio al quarto girone, dove si trova la tomba del Maresciallo Gaetano Giardino, Comandante dell’Armata del Grappa, che ha espresso il desiderio, alla sua morte, avvenuta nel 1935, di essere sepolto con i suoi.
Presidiato durante le ore diurne da una pattuglia di militi impegnati ad assicurare il rispetto riservato al culto dei morti, il monumento ai caduti della Grande Guerra è sempre aperto. Il museo della Grande Guerra e la Galleria, sono aperti, 9-12, 14-17, tutti i giorni tranne il lunedì.
Per maggiori informazioni: Sacrario Militare