La Chiesa di San Gaudenzio è un rudere scoperchiato che incuriosisce a malapena i viaggiatori in transito sulla Strada Cantonale 3 del Passo del Maloja, ma è anche l’unico monumento gotico svizzero di importanza nazionale in Val Bregaglia (di Cristina Risciglione e Renato Corpaci).

Il cristianesimo fu introdotto nella Rezia durante il regno dell’imperatore romano Costanzo (317-361) o un po’ più tardi, quando S. Ambrogio era il vescovo di Milano (374-397). I documenti storici parlano di due personaggi impegnati a portare il Cristianesimo in questa regione: St. Fedele e St. Gaudenzio. Il primo, impegnato a evangelizzare la Val Chiavenna, subì il martirio verso il 385 nei d’intorni di Samolaco. La chiesa di Casaccia è dedicata al secondo.
Il martirio di San Gaudenzio
Gaudenzio (348-418), era nato a Ivrea e, convertito al Cristianesimo a Vercelli, avrebbe poi portato la Buona Novella in Val Bregaglia.
La sua ostinazione nel cercare di eradicare dalla valle l’eresia ariana, finì con l’urtare la suscettibilità di una squadraccia di fanatici che, al momento che ritennero opportuno, lo aggredirono, lo malmenarono e, alla fine, lo decapitarono.
Un’inquietante leggenda narra che il santo raccolse tra le mani la propria testa e camminò ancora per 180 metri (sic), fino a Casaccia, prima di stramazzare al suolo nel luogo in cui, in seguito, fu costruita una prima chiesa a lui dedicata.
La Val Bregaglia a causa della ripidità dei fianchi boscosi che la delimitano, spesso in prossimità dei centri abitati, è soggetta a gravi smottamenti, l’ultimo dei quali ha colpito l’abitato di Bosio il 23 agosto 2017. Più di una di queste frane deve aver travolto in passato Casaccia e la sua chiesa. I proprietari, i frati del convento di Pfäfers – il monastero benedettino fondato verso il 720 da S. Firmino nella zona meridionale del Canton S. Gallo, vicino al confine con i Grigioni – tra il 1514-18, decisero di trasferire la chiesa, con annesso ospizio, su un terreno più sicuro.



















La chiesa di San Gaudenzio
L’edificio scoperchiato che è ancora possibile visitare, sorge ai piedi delle rampe che portano al passo del Maloja. Non c’è campanile, ma sulla destra della facciata, sullo spiovente, si scorge un’irregolarità, i resti di un campanile a vela a due archi. Nei pressi dell’abside, si nota il perimetro di quella che era la sacrestia.
L’ingresso consiste in un portale a sesto acuto con scanalature che, al culmine dell’arco, leggiadramente si intersecano. Sopra questo, una finestra circolare che ancora contiene la piombatura per otto vetri, forse policromi, contribuiva a illuminare la navata. Come nel caso della chiesa di San Galgano, in Toscana, alla costruzione manca il tetto.
La navata unica finisce con un arco a sesto acuto che la separa dall’abside all’interno della quale si trovava il coro. Le finestre – tre nella navata e tre nell’abside – si trovano tutte sulla parete che volge a meridione. I contrafforti si trovano all’interno della chiesa e sostengono delle mensole in marmo o in pietra.
Un veloce declino
San Gaudenzio dovette subire ancora l’ingiuria della profanazione, perché quando in Bregaglia arrivò la riforma, su istigazione di Pietro Paolo Vergerio – già vescovo di Capodistria, convertito al protestantesimo ed esiliato in Svizzera (10 maggio 1549) dove ottenne il pastorato di Vicosoprano – il 6 maggio 1551, una masnada di esaltati invase l’edificio sacro; le immagini e le reliquie vennero fatte a pezzi e quindi buttate nel torrente Orlegna.
In seguito alla conversione al protestantesimo, dopo che le comunità della valle si furono spartite i beni ecclesiastici, la chiesa e l’ospizio annesso persero l’interesse della popolazione. Tuttavia, fino al 1732, gli abitanti di Casaccia – che restarono in gran parte fedeli al cattolicesimo – continuarono a farsi seppellire nel cimitero di San Gaudenzio.
Nel 1740, una frana travolse nuovamente parte del villaggio e forse anche la chiesa dedicata a San Rocco, San Sebastiano e Sant’Anna, costruita in centro al villaggio sui resti della vecchia chiesa di San Gaudenzio del 1359. Nel 1742 il comune di Casaccia edificò una nuova Chiesa con un cimitero: la chiesa che ancora si può vedere. È incerto se la chiesa precedente fosse stata completamente distrutta dalla frana o se fosse stata abbattuta per costruire la presente.
Pochi anni più tardi, già nel 1787, il tetto dell’altra, della chiesa dismessa alle pendici del Maloja, era completamente crollato, suggellandone lo stato di degrado.
Nel 2009 sono iniziati i lavori di restauro del rudere di San Gaudenzio, consistenti più che altro nel consolidamento di quello che è rimasto ancora in piedi. Al finanziamento e al coordinamento delle operazioni è preposta la “Fondazione per il restauro della chiesa di San Gaudenzio”, che si incarica di raccogliere i fondi necessari.