Festa del Redentore a Venezia

Amministrata dai frati cappuccini, la Basilica del Santissimo Redentore, più nota come “il Redentore”, è uno tra i principali templi veneziani (di Cristina Risciglione e Renato Corpaci).

Chiesa del Redentore, Venezia
Chiesa del Redentore

La sua costruzione per ordine del doge Alvise Mocenigo, ratificato dal Senato veneziano il 4 settembre 1576, avvenne sull’isola della Giudecca, nell’area del convento francescano. Il progetto del 1577 dell’architetto Andrea Palladio, riguarda un tempio dedicato a Cristo Redentore, cui rendere eternamente omaggio se la città si fosse liberata dalla peste del 1575-1577.

In soli due anni, l’epidemia provocò la morte di più di un terzo della popolazione. Rientrava tra le vittime lo stesso doge Sebastiano Venier.

Alla morte del celebre architetto (nel 1580, a 72 anni e in circostanze sconosciute), il completamento del cantiere fu gestito da Antonio da Ponte che concluse i lavori nel 1592. Contrariamente al destino di molti monumenti rinascimentali, i rimaneggiamenti dei secoli successivi furono trascurabili e la Basilica ci appare oggi, nonostante le dimensioni imponenti, nello splendore degli equilibri dimensionali di cui il Palladio è giustamente considerato maestro.

La Basilica

Chiesa del Redentore
Chiesa del Redentore

La facciata in marmo bianco è preceduta da un’alta gradinata. Quello che sfugge alla coscienza, a una superficiale osservazione, è il gioco di triangoli sovrapposti che, insieme ai coni, proiettano l’edificio verso l’alto. Quattro colonne sostengono l’architrave a cui è, a sua volta, appoggiato il grande timpano. Sotto a questo, è incastonato un timpano più piccolo che conferisce maestosità all’alto portale centrale, sormontato da un archivolto, su disegno di Zandomenico Gornizai. Tutto è estremamente misurato, a partire dal numero delle statue. Nella parte superiore della facciata prendono posto la Fede affiancata da due Angeli. Agli angoli dei mezzi timpani inferiori: Sant’ Antonio da Padova e San Lorenzo Giustiniani, realizzate verso il 1700. Ai lati, nelle rispettive nicchie, due lunette ospitano le statue di San Marco e San Francesco ad opera del fiammingo Giusto le Court.

Il tutto è prospetticamente sovrastato dalla grande cupola che poggia sopra i tre absidi, sulla cui lanterna svetta la statua del Redentore. Dai punti di contatto degli absidi partono due deliziosi campanili cilindrici, con tetto a cono, che donano all’architettura un tocco orientaleggiante.

Il segreto dell’eleganza di questo edificio sta anche nella coerenza nella inclinazione delle diagonali, tutte, a parte i coni, ad angolatura rigorosamente uniforme.

L’effetto che si ricava da una prospettiva frontale è l’annullamento della profondità e l’impressione è quella di trovarsi al cospetto di una costruzione a pianta quadrata.

Chi si avventuri all’interno, al contrario, scopre che la pianta rettangolare dell’edificio sfonda la falsa prospettiva. L’unica navata conduce al transetto costituito da tre absidi comunicanti con la grande cupola.

Entrando si notano due belle acquasantiere circolari in marmo sulle quali sono collocate due sculture di bronzo di Francesco Terilli raffiguranti San Giovanni Battista e il Redentore.

Le pale degli altari, dedicate alla vita di Gesù, si devono a Francesco Bassano, Palma il giovane, Tintoretto, Paolo Veronese e botteghe.

La Festa del Redentore

In memoria della pestilenza superata, ogni anno, fin dal 20 luglio 1577, si celebra una ricorrenza che combina il rituale religioso allo spettacolo mondano. La basilica è il fulcro di questa tradizionale festa, detta, appunto, “del Redentore”, celebrata il sabato antecedente la terza domenica di luglio.

In questa occasione è possibile attraversare il canale sul ponte di barche che collega le Zattere, all’altezza della Chiesa dello Spirito Santo, alla Giudecca in corrispondenza dell’alta gradinata del Redentore.

Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia

Al momento dell’apertura, alla presenza del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il patriarca di Venezia Francesco Moraglia inaugura i festeggiamenti con la benedizione che ha luogo sulle gradinate del Redentore, mentre la folla inizia la processione verso la Giudecca.

Segue la prima celebrazione eucaristica delle 19.30, alla quale seguono quella delle 0.30 e le otto della giornata di domenica: tra queste, quella delle 19.00 è presieduta dal Patriarca e officiata in forma solenne.

I Fuochi

Oltre che per la valenza religiosa, la festa è caratterizzata dall’attesa esibizione pirotecnica che ha luogo nella notte tra sabato e domenica sul bacino di San Marco. Parente Fireworks, l’azienda di Melara (RO) che si esibisce in tutto il mondo, ha messo in scena i quaranta minuti di grande spettacolo che hanno caratterizzato l’appuntamento di questo 2019.

Quarantaquattro diverse postazioni di lancio suddivise su trenta piattaforme galleggianti, un fronte di oltre 420 metri al centro del canale della Giudecca, alla confluenza col Canal Grande, davanti alla Punta della Dogana.

Titolo: Sognando la Luna. Un inno al satellite della Terra, agli spazi siderali, in concomitanza, lo stesso 20 luglio 2019, con il 50° anniversario dello sbarco sul corpo astrale.

Il pittoresco scenario che illumina a giorno la Laguna, coinvolge tutti i veneziani che, già dal mattino, si radunano sulle rive della Giudecca per trovare un posto nelle tavolate che tradizionalmente vengono allestite per cenare all’aperto, o su deschi di fortuna, come tavoli da campeggio e persino coperte da pic-nic.

La Regata

Organizzate nella giornata di domenica, tre regate di imbarcazioni tipiche veneziane – pupparini e gondole – hanno attratto un pubblico vasto e proveniente da tutto il mondo. Ore 16 regata dei giovanissimi su pupparini a 2 remi; ore 16.45 regata su pupparini a 2 remi; ore 17.30 regata su gondole a 2 remi.

Ordine di arrivo

Uomini su pupparini a due remi:

Leonardo Ghigi e Mauro Ceciliati
Amedeo Damiano e Pietro Meneghini
Gabriele Rizzo e Riccardo Salviato
Livio Ceciliati e Alessandro Bonini

Uomini su gondole a due remi:

Andrea Bertoldini e Mattia Colombi
Rudi Vignotto e Mattia Vignotto
Andrea Ortica e Jacopo Colombi

Giovanissimi su pupparini a due remi:

Rocco Rumonato e Luca Venchieruti
Luca Rigo e Giorgio Sabadin
Alessandro Bergo e Tommaso Rosan
Giovanni Vianello e Filippo Vianello

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