Kounellis. Fondazione Prada, Venezia

Curata da Germano Celant, con la collaborazione dell’Archivio Kounellis, Fondazione Prada presenta la prima retrospettiva Jannis Kounellis (Pireo 1936 – Roma 2017) dopo la morte dell’artista. 

Jannis Kounellis a cura di Germano Celant. Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina, Venezia

Sessanta lavori, dal 1958 al 2016, provenienti da istituzioni e musei italiani e internazionali, come Tate Modern (Londra), Centre Pompidou – Musée national d’art moderne (Parigi), Museum Boijmans Van Beuningen (Rotterdam), Walker Art Center (Minneapolis) e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Torino), e da importanti collezioni private in Italia e all’estero.

Attivo nella compagine di artisti che fanno capo all’arte povera, di cui è un esponente fin dalla sua prime manifestazioni, nel 1965, alla Galleria La Bertesca, a Genova (curata da Germano Celant), nonché presso la Kunsthalle di Berna, nella celebre rassegna When attitudes become form organizzata da Harald Szeemann nel 1969, in occasione della 58a Biennale Arte, l’opera del maestro greco naturalizzato italiano, ha invaso gli ambienti del settecentesco palazzo di Ca’ Corner della Regina, sul Canal Grande, sede veneziana della Fondazione Prada.

Seguendo un’ordine cronologico, la visita comincia dagli anni ’60 nelle numerose sale del primo piano nobile dove, progressivamente, la “pittura”, per quanto “interpretata”, abbandona la tela per sconfinare nel dominio di altri ambiti sensoriali, come l’udito… l’olfatto…

«Si passa – scrive Germano Celant – dal linguaggio scritto e pittorico a quello fisico e ambientale dove l’operazione concettuale si intreccia alle materie elementari. A un idioma elitario, asettico e ufficiale che domina il mondo dell’arte, Kounellis oppone un linguaggio basato sulla primarietà degli elementi vitali e sulla relazione terrestre con l’arte. Il ricorso a entità organiche e inorganiche trasforma così il suo linguaggio in un’esperienza corporea, intesa come trasmissione e rilevamento sensoriale. L’artista esplora in particolare la dimensione sonora in cui il dipinto si traduce in uno spartito da musicare o da danzare, già dal 1960 con lo stesso Kounellis che salmodia le sue lettere su tela e dal 1970 attraverso la presenza di un musicista o di una ballerina. L’indagine della percezione olfattiva, iniziata nel 1969 con il caffè, prosegue negli anni Ottanta con sostanze come la grappa, per uscire dai limiti illusori del quadro, abbracciare il mondo dei sensi e congiungersi con il caos vitale della realtà.»

Opera più ammirata, Senza titolo (Tragedia civile) del 1975, una parete interamente decorata a foglia d’oro, su cui si staglia un attaccapanni che sfoggia un cappotto nero e un cappello dello stesso colore, simbolo dello stesso artista, a significare quasi un autoritratto che allude a una crisi storica e personale.

In un’altra sala, un dipinto a olio riporta le note di una composizione sacra di Bach eseguita dal vivo da un violoncellista. In una delle sale centrali di Ca’ Corner della Regina, si fa notare l’intervento del 1993-2008, costituito da armadi di diversi colori e formati, sospesi al soffitto, concepito per la prima volta per gli spazi di Palazzo Belmonte Riso a Palermo.

La sfilata di cappotti e cappelli grigi e neri poi, sul pavimento della sala centrale al piano terreno, trasmette un opprimente senso di assenza.

Germano Celant, storico dell’arte, critico, curatore. Venezia, maggio 2019

La retrospettiva è completata dalla presentazione al piano terra di documenti come film, cataloghi, inviti, manifesti e fotografie d’archivio che testimoniano la storia espositiva di Kounellis e da un focus dedicato ai suoi progetti in campo teatrale. La mostra è accompagnata da un volume che, con un saggio di Germano Celant e un’ampia cronologia illustrata, documenta e approfondisce il percorso biografico e professionale dell’artista. Progettato dallo studio 2×4 di New York, il libro è pubblicato da Fondazione Prada.

Jannis Kounellis
Dal 11 Maggio 2019 al 24 Novembre 2019
Fondazione Prada
Ca’ Corner dalla Regina
Traghetto, fermata S.Stae

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