Landscape and Structures a Mendrisio

Visibile fino a domenica 7 luglio 2019, al Teatro dell’architettura dell’Università della Svizzera Italiana di Mendrisio la mostra Landscape and Structures esibisce una selezione delle strutture e delle opere d’ingegneria che sono ormai entrate a far parte del paesaggio svizzero in cui sono collocate.

Jürg Conzett, Disegno costruttivo del ponte sulla cascata di Muletg, Trug dil Flem, 2010. © Jürg Conzett

Le opere sono state scelte dall’ingegnere strutturalista Jürg Conzett, autore dei testi, e riprese dal fotografo Martin Linsi che ha prodotto 160 fotografie in bianco e nero di grande formato, suddivise in 23 “stanze”, secondo la sequenza cronologica delle escursioni sul campo. L’sposizione è accompagnata dai modelli di Lydia Conzett-Gehring, moglie e collaboratrice di Conzett.

Tra struttura e forma, scienza e arte del costruire.

Invitato da Urs Staub – responsabile della sezione “Arte e design” presso l’Ufficio Federale della Cultura – a rappresentare la Svizzera alla 12. Biennale di Architettura di Venezia, sebbene sorpreso, l’ingegner Jürg Conzett vi scorse la possibilità di mostrare la misura del contributo dell’ingeneria all’architettura.

È parsa subito a portata di mano una seconda opportunità: mostrare le realizzazioni dello Studio Conzett Bronzini Partner, all’interno di una prospettiva più allargata del semplice “costruire” entro i canoni classici dell’ingegneria, ma di operare con l’obiettivo d’integrare l’opera nel paesaggio in cui viene collocata.

In quell’occasione, a Conzett è venuta l’idea di realizzare l’esposizione insieme con il fotografo Martin Linsi. Durante le numerose escursioni sul campo, mentre il fotografo lavorava sull’inquadratura, o si aggirava in attesa dell’illuminazione ottimale, l’ingegnere digitava sulla tastiera del laptop. La collaborazione tra i due si è consumata così, a stretto contatto, nella natura, al cospetto delle opere oggetto delle rispettive elaborazioni.

È parso subito irrilevante che le opere selezionate appartenessero al sedicesimo secolo o fossero il frutto dell’ingegno dei contemporanei. Ugualmente, questi grandi manufatti potevano essere messi in relazione tra loro. E, ogni volta che l’ingegnere ritorna su questo progetto, scopre nuove relazioni tra gli oggetti.

Uno degli obiettivi che il fotografo si è prefissato è che le fotografie trasmettano una sensazione “sensuale”, per rendere quasi fisicamente la consistenza dei materiali e attribuire ai prati, all’acqua, agli alberi le rispettive qualità. Lavorando con una macchina fotografica a banco ottico in formato 6 x 9, durante il corso del lavoro, cominciato in inverno e concluso in estate, è stato possibile rappresentare il paesaggio nello splendore delle stagioni.

Capolavori d’ingegneria

Molte delle infrastrutture svizzere non sono solo dei percorsi efficienti ma includono una componente di carattere estetico e assolvono a una funzione di tipo “turistico”, nella misura in cui consentono di percepire il paesaggio mentre vi si transita.

Uno degli elementi centrali della mostra è l’evidenza che l’opera ingegneristica possa trarre ispirazione dal confronto con il paesaggio; in altre parole, che si confronti sì con la propria tradizione disciplinare costruttiva, ma lo faccia in relazione al paesaggio che la ospita. Le questioni di carattere estetico architettonico e paesaggistico hanno per Conzett lo stesso significato di quelle relative alle particolari soluzioni di carattere ingegneristico e costruttivo.

Landscape and Structures è una rassegna la cui visione richiede tempo. L’esposizione delle foto è accompagnata dai testi di Jürg Conzett che spiegano il suo punto di vista in merito alle infrastrutture che ha scelto. Testo e immagini sono un inscindibile unicum. I testi sono in inglese ma i Teatro mette a disposizione del pubblico un piccolo fascicolo contenente le traduzioni.

Jürg Conzet

Lydia Conzett, Jürg Conzett e Martin Linsi durante la campagna fotografica. Foto © Lydia Conzett

Insignito della laurea ad honorem dall’Accademia di Architettura di Mendrisio, Jürg Conzett, ingegnere strutturista, insieme al socio Gianfranco Bronzini, dirige lo studio Conzett Bronzini Partner AG, con circa 25 dipendenti, dove vengono sviluppati progetti, restauri e ristrutturazioni di ponti esistenti e di strutture per edifici.

La sua ricerca si pone all’incrocio interdisciplinare tra analisi strutturale, cultura architettonica, percezione e paesaggismo ed è espressione contemporanea della tradizione svizzera di un’ingegneria civile colta e innovativa.

Lo studio ripone una grande importanza nella consuetudine di costruire modelli fisici rispetto ai modelli virtuali dei software di modellazione tridimensionale. Il talento di Lydia Conzett-Gehring è, partendo spesso da disegni schematici e approssimativi, di dare ai modelli che elabora la capacità di prefigurare il processo di costruzione del progetto finito.

Teatro dell’architettura

Progettato dall’architetto Mario Botta, sorto all’interno del Campus dell’Università della Svizzera italiana-Accademia di architettura, il teatro dell’Architettura di Mendrisio si prefigge di stimolare un dialogo tra l’Architettura e le altre discipline.

Ha un diametro di 27 metri e una superficie totale di circa 3000 metri quadrati. È un edificio a pianta centrale circolare con tre piani fuori terra e due livelli interrati collegati a Palazzo Turconi e all’ospedale Beata Vergine.

I piani fuori terra ospitano attività espositive mentre quelli interrati sono utilizzati come aule scolastiche, archivi e depositi.

Accanto all’attività didattica e di ricerca che vengono svolte all’interno dell’ateneo, il Teatro dell’architettura intende rafforzare l’offerta formativa in particolare in riferimento alle occasioni espositive e seminariali e nel contempo vuole dare visibilità ai nuovi interessi transdisciplinari che sempre più intervengono nel processo progettuale e che ridefiniscono il ruolo sociale dell’architettura.

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