Per la prima volta in Italia, Theo Jansen con le sue Strandbeest, gigantesche installazioni cinetiche che si muovono grazie alla forza del vento. Al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano dal 20 febbraio al 19 maggio (di Cristina Risciglione).

Theo Jansen, ANIMARIS RIGIDE PROPERANS, Tepideem, Periodo Tiepido 1994 – 1997. L’elica attaccata alla parte posteriore di questa Strandbeest le permetteva di camminare lateralmente contro vento a velocità considerevoli. La precedente generazione non era in grado di farlo
Epitome dell’unità dei saperi e del dialogo tra cultura umanistica e cultura tecnico-scientifica, dall’inizio degli anni Ottanta, Jansen concepisce algoritmi creati per simulare una sorta di “vita artificiale”. L’interesse dell’artista – la progettazione di organismi viventi e autonomi attraverso il software – si è concretizzata nella serie di sculture cinetiche Strandbeest (“animali da spiaggia” in olandese).
L’attività di Theo Jansen – che ha studiato fisica alla Delft University of Technology (Paesi Bassi) – è accomunata a un particolare ambito della produzione di Leonardo da Vinci: la progettazione di macchine per il volo, ma sopprattutto, di macchine da guerra. Contrariamente all’artista rinascimentale però, le “bestie” di Jansen sono esseri pacifici che muovono i loro molteplici arti, non in battaglia, ma sulla battigia delle spiagge olandesi, avvalendosi esclusivamente della spinta del vento. Ora, i visitatori del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano potranno ammirare le Dream Beasts, queste spettacolari creature, dal vivo e vederle muoversi.
Theo Jansen, ANIMARIS SIAMESIS Suicideem, Periodo dell’Autodistruzione 2009 – 2011. Questa creatura ha due corpi, uno ancorato all’altro, che la rendono più stabile. È la più grande Strandbeest prodotta da Theo Jansen ed è composta da sei unità di movimento (Ordis), per un totale di 72 gambe e un peso di oltre 200 kg. Come per le sue sorelle, Gubernare e Umerus Segundus, le sue dimensioni e il suo peso rappresentano la sua rovina.
Theo Jansen, ANIMARIS ORDIS Cerebrum, Periodo Cerebrale 2006 – 2008. La piccola e agile Ordis è un’opportunista. Si muove usando l’energia del vento catturata dalle sue vele ma può anche essere trainata a mano. È la Strandbeest più versatile, tanto che Theo Jansen l’ha più volte utilizzata come “organo” di movimento in molte altre creature più grandi.
Theo Jansen, ANIMARIS ORDIS Cerebrum, Periodo Cerebrale 2006 – 2008. La piccola e agile Ordis è un’opportunista. Si muove usando l’energia del vento catturata dalle sue vele ma può anche essere trainata a mano. È la Strandbeest più versatile, tanto che Theo Jansen l’ha più volte utilizzata come “organo” di movimento in molte altre creature più grandi.
Theo Jansen, ANIMARIS UMINAMI Bruchum, Periodo dei Centopiedi 2016 – oggi. Questa creatura è la più leggera della sua famiglia. I segmenti triangolari attaccati alle spine si espandono e si contraggono mentre cammina. L’evoluzione ha comportato alcuni aggiustamenti alla struttura. In Giappone il suo movimento è stato paragonato a quello delle onde [umi] del mare [nami], da cui il nome.
Theo Jansen, ANIMARIS UMERUS Suicideem, Periodo dell’Autodistruzione 2009 – 2011 Uno “stomaco di bottiglie” immagazzina aria compressa usata come riserva di energia per muoversi, dei “bastoncini da sci” pendono accanto alle sue zampe per una migliore deambulazione sulla sabbia soffice e una “sonda acquatica” rileva un cambiamento di pressione facendo in modo che la creatura smetta di avanzare, allontanandosi dal mare. Nonostante tutti questi adattamenti evolutivi, è vissuta solo 26 secondi sulla spiaggia, crollando poi sotto il suo stesso peso.
Theo Jansen, ANIMARIS UMERUS Suicideem, Periodo dell’Autodistruzione 2009 – 2011 Uno “stomaco di bottiglie” immagazzina aria compressa usata come riserva di energia per muoversi, dei “bastoncini da sci” pendono accanto alle sue zampe per una migliore deambulazione sulla sabbia soffice e una “sonda acquatica” rileva un cambiamento di pressione facendo in modo che la creatura smetta di avanzare, allontanandosi dal mare. Nonostante tutti questi adattamenti evolutivi, è vissuta solo 26 secondi sulla spiaggia, crollando poi sotto il suo stesso peso.
Theo Jansen, ANIMARIS TURGENTIA VELA Aurum, Periodo della Brezza Leggera 2013 – 2015 Questa Strandbeest è costituita da una Ordis a cui sono state collegate numerose grandi vele che le consentono di muoversi spinta anche da una brezza leggera. La velocità a cui cammina cambia in base alla forza del vento.
Theo Jansen, ANIMARIS SABULOSA CUTIS Calidum, Periodo Caldo 1993 – 1994 Questa è la prima Strandbeest in grado di camminare lateralmente controvento. Mentre si muoveva lungo la spiaggia, la sabbia si attaccava al nastro adesivo di cui era rivestito il suo corpo, mimetizzandola nell’ambiente. Per questo è chiamata “creatura dalla pelle sabbiosa”.
ANIMARIS RIGIDE PROPERANS, Tepideem, Periodo Tiepido 1994 – 1997. L’elica attaccata alla parte posteriore di questa Strandbeest le permetteva di camminare lateralmente contro vento a velocità considerevoli. La precedente generazione non era in grado di farlo
Theo Jansen, ANIMARIS PERCIPIERE RECTUS, Cerebrum, Periodo Cerebrale 2006 – 2008. Una delle principali minacce per la sopravvivenza di una Strandbeest è la tempesta. Quando Rectus percepisce l’avvicinarsi di un vento troppo forte piega la testa nella sabbia per evitare di essere spazzata via. Questa misura di autoconservazione si è rivelata molto efficace, consentendole di vivere sulla spiaggia anche per due anni consecutivi.
Thheo Jansen, PARTE DI ANIMARIS RIGIDE ANCORA, Tepideem, Periodo Tiepido 1994 – 1997. Questo frammento è un rullo pesante che serviva alla Strandbeest come ancora rendendola più resistente alle folate di vento. Nota come “creatura forte e ancorata”, le permetteva di girarsi sempre nella direzione in cui soffiava l’aria. Questa caratteristica è stata ereditata da altre creature.
Theo Jansen, ANIMARIS RIGIDE PROPERANS, Tepideem, Periodo Tiepido 1994 – 1997. L’elica attaccata alla parte posteriore di questa Strandbeest le permetteva di camminare lateralmente contro vento a velocità considerevoli. La precedente generazione non era in grado di farlo
Tredici di queste gigantesche sculture animate, costituite da materiali tecnico industriali (tubi flessibili in polivinilcloruro (PVC), che Jansen considera la sua “proteina artistica”, nonché bottiglie riciclate, pompe per bicicletta, filo di nylon e nastro adesivo), infatti, sono esposte da mercoledì 20 febbraio a domenica 19 maggio nelle sale del Padiglione Aeronavale del museo milanese.
La sintonia con lo spirito di Leonardo rende questo straordinario artefice culturalmente vicino all’identità dell’istituzione lasciataci da Guido Ucelli e Piero Portaluppi, che si propone di valorizzare la sintesi fra arte e scienza.
Per un decennio l’attività dell’olandese è rimasta nell’ombra e solo recentemente la comunità artistica internazionale si sta occupando di lui. Dal momento che la combinazione tra natura e tecnica, alla ricerca di una possibile sostenibilità, è diventata una priorità pressante, le strategie di progettazione di Jensen sono diventate di colpo estremamente significative.
Le opere sono state ospitate in alcuni dei più importanti musei internazionali quali l’Exploratorium di San Francisco, la Cité des Sciences e il Palais de Tokyo di Parigi, l’Art & Science Museum di Singapore e la prestigiosa fiera d’arte contemporanea Art Basel Miami, presentato da Audemars Piguet.
L’interesse per Jansen da parte della maison di orologi, si basa sull’analogia esistente tra le complicate opere dell’artista olandese e i prezioni manufatti meccanici. Un’analogia che Winka Angelrath, art curator di Audemars Piguet, sintetizza molto efficacemente con i concetti di “complessità” e “precisione”.
Theo Jansen, artista
Filippo Del Corno, assessore alla cultiìura, Comune di Milano.
Fiorenzo Galli,General Manager Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica. Milano, February 2019
Giovanni Crupi, direttore sviluppo, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica. Milano, February 2019
Silvia Misiti, Head of Corporate Communication & CSR IBSA
Simona Brognoli, Marketing and Events Coordinator KLM Italia. Milano
Winka Angelrath, Art Curator Audemars Piguet
Opportunamente, nell’anno dedicato alle celebrazioni vinciane, in collaborazione con KLM, carrier ufficiale delle sculture, il Museo ha scelto di sottoporre ai visitatori l’opera dell’artista di Scheveningen.
Sponsor della mostra, la Fondazione IBSA per la Ricerca Scientifica che ha scelto di avviare una collaborazione prioritaria con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, come parte del suo impegno di divulgazione e promozione del dialogo tra arte e scienza.
Jansen è oggi impegnato a realizzare la settima generazione delle sue creature. Le ultime realizzazioni sono concepite persino per il trasporto di passeggeri. In mancanza di vento, possono muoversi grazie a un geniale sistema di impulsi prodotti dall’aria compressa contenuta in bottiglie di PET.
DREAM BEASTS
LE SPETTACOLARI CREATURE DI THEO JANSEN
20 febbraio – 19 maggio 2019
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
via San Vittore 21, Milano
Per maggiori informazioni: www.museoscienza.org/