Come ogni anno, in concomitanza con l’anniversario della fine della Prima Guerra mondiale, l’Abrivado ha movimentato le spiagge e le vie di Saintes Maries de la Mer per l’annuale parata di cavalli e tori (di Cristina Risciglione).
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“ Abrivado ” – femminile, plurale – è un’espressione provenzale che significa “esaltazione”, “concitazione” “esuberanza”. Si distingue dalle parole francesi perché pone l’accento sulla penultima sillaba, e non sull’ultima. I francesi rimediano storpiandolo in “abrivade”; si legge “abrivád”, che per loro… è più facile da pronunciare.
La festa s’incentra sul rapporto che s’instaura tra i manadier (gli allevatori) e i loro animali, i cavalli e i “tori” (in realtà sono maschi castrati), intorno ai quali si svolge un’importante porzione della vita e dell’economia regionale. Le altre sono la pesca, il turismo, l’agricoltura e la produzione di vino.
L’Abrivado è una competizione tra “manade” (fattorie, allevamenti), in cui si valutano difficoltà e stile, oltre che destrezza a cavallo, e risale a tempi in cui non esistevano mezzi per il trasporto animali. L’Abrivado è classicamente l’operazione di portare i tori all’arena per la “course camarguaise”, una corrida incruenta di cui i provenzali sono appassionati, facendo, il più delle volte, il tifo per il toro.
Gli animali vengono spostati così in piccoli gruppi – quattro o cinque – da squadre di “gardian“ (mandriani) che li inquadrano con i cavalli disposti in formazione a V, accompagnandoli attraverso il centro dei villaggi, fino all’arena, nell’area della Francia esposta al Mistral, ovvero la regione costiera che va dalla foce del Rodano all’Occitania.
Lungo il percorso, è costume che gruppi di giovani “esuberanti”, si adoperino al meglio per rompere la falange equestre, per far scappare i tori, agitando drappi colorati davanti ai cavalli, gettando petardi tra le zampe degli animali o lanciando fumogeni. Iniziative a cui i guardian reagiscono ostentando la massima indifferenza e anche i cavalli non sembrano preoccuparsi più di tanto.
La giornata comincia alla manade, dove i tori vengono scelti, raggruppati e indirizzati sui camion e legati in maniera che non possano farsi male durante il tragitto. I cavalli vengono trasportati dai proprietari che vengono un po’ da tutto il paese, sui tipici rimorchi trainati dai fuoristrada, fino a un punto d’incontro situato vicino al mare.
La partenza di questa che potremmo definire una “parata”, a Saintes Maries de la Mer è stabilita all’estremità della spiaggia Est, all’incirca in una località denominata Rosty, a quattro chilometri dal centro. È qui che i camion delle manade portano i tori ed è qui che noi siamo stati sbarcati, grazie alla gentilezza della Manade Des Baumelles di Joël, Sylvie e Guillaume Linsolas e dei loro amici. È la manade che ha allevato il mitico toro cocardier Garland, di cui oggi è stata posta una statua davanti all’arena di Saintes Maries de la Mer. Senza la loro collaborazione, alcune di queste fotografie non sarebbero mai state scattate.
Una a una, le manade scaricano i tori che vengono immediatamente inquadrati dai cavalieri e avviati lungo la spiaggia. Gli amici delle manade si accodano alla partenza.
In prossimità delle strettoie, i guardian lanciano i cavalli al galoppo, per superare d’impulso la possibile azione degli atrapaïre (sinonimo di “banditi”) e delle loro azioni di disturbo.
Giunta al termine della spiaggia, la manade attraversa il villaggio fino all’Arena, dove i tori vengono lasciati per essere più tardi recuperati e riportati ai loro pascoli. Quanto ai manadier e ai loro collaboratori e ospiti, è il momento di visitare qualcuna delle locali brasserie per un boccale di birra o un bicchiere di Pastis in compagnia. Anche vino e ostriche vanno per la maggiore, e qui i molluschi sono freschissimi e convenienti.
Per maggiori informazioni:
ProvenceWeb
Manade Des Baumelles
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