Magritte. La Ligne de vie a Lugano

In programma al Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano, attraverso un’eccezionale selezione di opere, dal 16 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, la mostra Magritte. La Ligne de vie ripercorre tutta la carriera dell’artista, dagli esordi fino ai più celebri dipinti della maturità (di Cristina Risciglione).

René Magritte, La Grand Guerre (1964)

Più di novanta opere, dalle creazioni dei primi anni Venti, ai dipinti realizzati tra il 1925 e il 1936 che contengono la ricerca di un effetto destabilizzante attraverso la decontestualizzazione di oggetti, paesaggi e personaggi.

La mostra è costruita intorno alla conferenza che il belga tenne al Koninklijk Museum di Anversa il 20 novembre 1938, intitolata, appunto, La ligne de vie, per tentare di raccontare quali meccanismi sottendessero alla produzione dei suoi quadri.

Come illustrato da Magritte in questo testo, alla base dei dipinti realizzati tra il 1925 e il 1936 c’è la ricerca sistematica di un effetto poetico sconvolgente. Tale effetto è raggiunto in primo luogo attraverso lo “spaesamento” di oggetti comuni. Alcuni di questi – così comuni da diventare invisibili – nella collocazione concepita da Magritte, riacquistano d’imperio la loro presenza. Le “peinture-mots”, in cui i soggetti sono sostituiti dalle parole che li descrivono, sembrano anticipazioni dell’arte concettuale.

Per mettere in evidenza come l’approccio artistico illustrato da Magritte in tale occasione, costituisse il fondamento di tutta la sua carriera creativa, la mostra propone lavori successivi alla conferenza del 1938. Alcuni dei suoi dipinti più celebri furono realizzati tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Sessanta, tra cui La mémoire (1948), Le château de Pyrénées (1962) e La grande guerre (1964). Modéle rouge (1953) mostra piedi e scarpe fusi insieme a sottolineare la “mostruosa” abitudine di avvolgere i piedi in oggetti di pelle.

Quanto ai titoli dei quadri, scrive Magritte: «sono scelti in modo tale da impedire ai miei dipinti di entrare in quella zona confortevole dove lo svolgersi automatico del pensiero finirebbbe per sottovalutarne la portata. I titoli devono essere una protezione aggiuntiva che scoraggerà ogni tentativo di ridurre il comprovato valore poetico a un gioco fine a se stesso» (dal catalogo edito da Skira).

Il catalogo (Skira) è pubblicato in edizione italiana, inglese e francese con le immagini di tutte le opere esposte e i contributi dei curatori, Xavier Cannone, Julie Waseige e Guido Comis, oltre alla testimonianza di Suzi Gablik e alla prima versione del testo de La Ligne de vie.

LAC-Lugano Arte e Cultura, sede del
MASI-Museo d’Arte della Svizzera Italiana

Fin dalla sua costituzione, frutto della fusione del Museo d’Arte di Lugano e del Museo Cantonale d’Arte, il MASI – Museo d’Arte della Svizzera Italiana, si pone come punto d’incontro per l’arte tra il Sud e il Nord Europa.

Anche con la mostra Magritte, La Ligne de Vie, questa vocazione si concretizza perfettamente, data l’importanza che l’artista belga ha attribuito per la sua ispirazione a un catalogo futurista (1919) che qualcuno gli fece vedere, per provocarlo. Ma è soprattutto la metafisica di Giorgio De Chirico ad aver influenzato il belga, come è ben documentato da due opere in mostra dei rispettivi maestri.

Magritte. La Ligne de vie
16 settembre 2018 – 6 gennaio 2019
Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano
sede LAC Lugano Arte e Cultura
A cura di Xavier Canonne, Julie Waseige e Guido Comis
Catalogo Skira

Per maggiori informazioni: https://www.luganolac.ch/

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