Dal 6 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, la Casa dei Tre Oci di Venezia, forse il contesto più bello al mondo in cui allestire una mostra fotografica, celebra il fotografo francese Willy Ronis (1910-2009), con la più completa retrospettiva mai tenuta in Italia (di Cristina Risciglione).

Willy Ronis, Les Amoureux de la Bastille, Paris, 1957. Ministère de la Culture / Médiathèque de l’architecture et du patrimoine / Dist RMN-GP © Donation Willy Ronis
Prima di morire, Willy Ronis stava preparando una mostra per celebrare il proprio centesimo compleanno. Purtroppo mancò di poco la ricorrenza. Ci ha lasciato però l’opportunità di poter apprezzare le fotografie di questa, stampate personalmente dallo stesso autore.
Accomunato spesso a Robert Doisneau, Willy Ronis era figlio di un fotografo emigrato dall’Europa orientale. Poeta delle piccole cose, della gente comune, dei momenti irripetibili, scattava per scandire il tempo che scorre di fronte a ognuno di noi, spesso affidandosi al caso, tagliando e ricomponendo a posteriori l’immagine in camera oscura.
Da un criterio cronologico, durante le proiezioni e nei suoi libri fotografici, era passato a uno sviluppo distribuito intorno a cinque parole chiave: Pazienza – Riflessione – Caso – Forma – Tempo, che danno corpo alla sua opera e descrivono la sua filosofia.
Il percorso della mostra ai Tre Oci, coerentemente con una retrospettiva monografica, ritorna alla scansione temporale che segue le varie fasi del lavoro del maestro: Esordi – Reportage – Parigi – Belleville-Menilmontant (il quartiere di parigi, luogo caro a Ronis) – Cambiamenti:Lavoro e Società – In Giro per il Mondo – Venezia e L’Italia – Famiglia e Intimità – Nudi – Francia.
Era consapevole del valore posseduto dalle immagini accumulate nel proprio archivio, che, fin dal 1983 donò allo Stato francese e che, dopo la sua morte, vennero assegnate alla Médiathèque de l’architecture et du patrimoine: 108.000 negativi, 9000 diapositive, 20.300 stampe e 6 album di stampe di riferimento del fotografo, insieme ai provini a contatto, agli archivi (agende, testi manoscritti, corrispondenza personale e professionale) e alla sua biblioteca.
«I risultati dei miei settant’anni di scatti – scriveva Ronis nel 2001 – sono segnati da una certa soggettività, influenzati da un contesto morale, intellettuale, estetico, ecc. Eppure, ogni volta, lì davanti ai miei tre occhi, c’è quello che mi ha interessato, mi ha commosso e che, al di là di tutto, ho deciso di salvare dall’oblio» (Le regole del caso, ed. Contrasto 2011).

La Casa dei Tre Oci è una splendida testimonianza dell’architettura veneziana di inizio ‘900; fu disegnata dall’artista Mario De Maria (Marius Pictor) e costruita nel 1913, punto di riferimento internazionale, con grandi mostre che hanno raccontato l’opera di grandi fotografi
Curata da Matthieu Rivallin, coprodotta dal Jeu de Paume di Parigi e dalla Médiathèque de l’architecture et du patrimoine, Ministère de la Culture – France, con la partecipazione della Fondazione di Venezia, organizzata da Civita Tre Venezie, la mostra propone ai visitatori 120 immagini vintage, tra cui una decina inedite dedicate a Venezia.
WILLY RONIS FOTOGRAFIE 1934-1998
Casa dei Tre Oci
Fondamenta delle Zitelle, 43
Giudecca, Venezia
06.09.2018 – 06.01.2019
Per maggiori informazioni:
www.treoci.org
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