Curata da Gabriella Belli e Aldo Colonetti con Elisabetta Barisoni e con la collaborazione di Floria Fiorucci e dell’Archivio Fiorucci, dal 23 giugno 2018 al 6 gennaio 2019, “ Epoca Fiorucci ”. Ca’ Pesaro dedica una mostra a Elio Fiorucci, da alcuni definito il “paladino della moda democratica”.
Pur non essendo un designer, né in possesso di un’educazione formale, dotato di un’ispirazione e di sufficiente coraggio per metterla in pratica, Elio Fiorucci è riuscito a influenzare la moda e il gusto del mondo da una città, Milano, capitale mondiale del Prêt-a-porter.
Fiorucci ha saputo sfidare la tetra attualità dei decenni in cui ha operato con una ventata di superficialità, smerciando indumenti e accessori di bassissima qualità, poco costosi ma ad alto tenore creativo. Chiunque poteva indossare una di quelle sciocchezze sull’abbigliamento casual o con un capo griffato. O proprio su niente, come i costumi da bagno invisibili (“Basta poco per essere alla moda”).
Il modello alla base del fenomeno Fiorucci proviene dal quartiere dello shopping di Kensington nella Swinging London, affinandosi in seguito nella New York di RoseLee Goldberg, Veronica Ciccone, Truman Capote, Andy Warhol, Keith Haring e Jean-Michel Basquiat. Tutti artisti che frequentavano, si esibivano ed esponevano nel negozio sulla 59a, non per fare pubblicità al negozio, ma perché era fico farlo lì.
«Fiorucci – scrive nel catalogo Cecilia Alemani, che ci ha lavorato da ragazzina – ha definito un’intera generazione, diventando un simbolo culturale globale.»
Prima di cominciare a produrre in prima persona, il metodo Fiorucci era di inviare ragazzi intorno al mondo a trovare oggetti e indumenti etnici da vendere nei suoi negozi. Questo tipo di decontestualizzazione, lo portò a essere definito “il Duchamp della moda”. Non era un designer, né un semplice trovarobe. Era un aggregatore di talenti e di idee. Dagli architetti – Sottass Associati, Aldo Cibic, Mendini, Branzi, De Lucchi – ai già citati artisti, ai collaboratori – Mario Morelli, Amalia Del Ponte, Italo Lupi, Carlo D’Amario, franco Marabelli, Maripol – agli amici: uno su tutti: Oliviero Toscani, autore di manifesti folgoranti, e poi Gillo Dorfles e… Aldo Colonnetti, appunto.
La mostra è allestita proprio come uno store Fiorucci da Baldessari e Baldessari, con la consulenza di Franco Marabelli.
Il pezzo forte, però è il catalogo che sfida la legge di gravità: 400 pagine, con illustrazioni, fotografie, interventi e interessanti contributi di Cecilia Alemani, Elisabetta Barisoni, Gabriella Belli, Gisella Borioli, Andrea Branzi, Maria Canella, Aldo Colonetti, Carlo D’Amario, Michele De Lucchi, Gillo Dorfles, Giusi Ferré, Floria Fiorucci, RoseLee Goldberg, Italo Lupi, Giannino Malossi, Franco Marabelli, Maripol, Alessandro Mendini, Cristina Rossi, Oliviero Toscani, Ugo Volli, un’intervista di aldo Colonnetti a Gillo Dorfles. Leggero nella lettura, scorre come un romanzo e, nonostante le ragguardevoli dimensioni, con soli 1440 grammi di peso si può agevolmente portare sul metro, direzione: San Babila. O meglio, sul traghetto, fermata San Stae!
Epoca Fiorucci
A cura di Gabriella Belli, Aldo Colonetti
con Elisabetta Barisoni
Ca’ Pesaro – Venezia
dal 23 giugno 2018 al 6 gennaio 2019
Catalogo edito da Consorzio Museum Musei
Progetto grafico e impaginazione: Sebastiano Girardi e Matteo Rosso
Per maggiori informazioni: Ca’ Pesaro