Galliani-Puglisi, Visioni di luce e tenebra

Curata da Maria Fratelli e Raffaella Resh, lo Studio Museo Francesco Messina presenta la mostra Visioni di luce e tenebra di Omar Galliani e Lorenzo Puglisi, due autori uniti dall’audacia con cui sfidano le tenebre.

Omar Galliani, Nuovi fiori, nuovi santi (2005)

Dall’oscurità, non solo metaforica, con modalità personali, sebbene non assimilabili, traggono i lapidari elementi che danno corpo alle loro tele.   

Puglisi distilla pochi tratti sintetici (mani, volti) che fanno riaffiorare, sotto la superficie tenebrosa del quadro, i contorni dei capolavori più preziosi della storia dell’arte, in grado di sconfiggere con la loro improvvisa luminosità le tenebre più profonde dell’oblio.

Ecco Leonardo Da Vinci, Francisco Goya, Michelangelo Merisi, con i loro colori, le pose, gli Angeli, le suggestioni, rievocati dalla pennellata parsimoniosa del pittore…

Galliani, dal canto suo, anche si concentra su pochi particolari, ma con un approccio affatto diverso. I suoi particolari sono le reliquie di antica memoria, insieme macabro reperto e potente catalizzatore della devozione popolare. Posato sulla lingua di Apollonia, oltre il palato. oltre la chiostra dei denti della Santa, il fedele si trova al cospetto di un cielo siderale che travalica il contesto alessandrino, la circostanza persecutoria, e porta direttamente all’Altissimo.

«Visioni di luce e di tenebra – scrive Raffaella Resch – è dunque un esperimento narrativo che intende collegare il genius loci di una piccola chiesa barocca milanese con la fervida ispirazione di due artisti che, in modo diverso, hanno utilizzato il tema del sacro nelle loro opere.»

Secondo Pietro Crivelli, la fondazione della chiesa risalirebbe all’VIII secolo, ad opera del re longobardo Desiderio – lo stesso che promosse la costruzione della cattedrale di San Pietro al Monte, vicino a Civate, di cui abbiamo scritto.

Il Monastero fu chiuso una prima volta da Carlo Borromeo, a causa del disordine che regnava tra i frati. Dopo varie ristrutturazioni, ben documentate nel catalogo edito da Scalpendi, nel periodo tra le due Guerre mondiali la chiesa divenne un magazzino militare, presto di nuovo abbandonato. Nel 1970 lo scultore Francesco Messina lo prese in comodato d’uso e ne effettuò il restauro. Dopo la morte dello scultore, l’edificio è stato adibito alla conservazione-esposizione delle sue opere.

Oggi, le sculture del maestro sono accompagnate dalle grandi tele che ritornano, di volta in volta, a decorare i muri, le nicchie, le absidi dell’antico tempio cristiano.

«Le chiese, spazi aperti liberamente frequentabili – scrive Maria Fratelli – esponendo i dipinti e le opere d’arte di cui si adornano per culto alla pubblica contemplazione, a prescindere da ogni fede ne perpetuano la celebrazione, mettendo in evidenza i valori estetici e artistici di questa lunga storia dell’Occidente e, come i musei, ne garantisono la conservazione e la tutela.»

Omar Galliani e Lorenzo Puglisi
Visioni di luce e tenebra
Studio Museo Francesco Messina
A cura di Maria Fratelli e Raffaela Resch
24 maggio-13 giugno 2018
Via San Sisto 4/A – Milano

Per maggiori informazioni:
Studio Museo Francesco Messina

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