La mostra di Beat Kuert al M.A.C. – Musica Arte Cultura, Furor Corporis, riunisce 80 opere recenti del fotografo, cineasta, performer e artista svizzero che compongono un’unica grande installazione il cui tema principale è il corpo.
L’esposizione, curata da Angelo Crespi, è stata organizzata in collaborazione con l’Archivio Beat Kuert, in occasione di Milano Photo Week; sponsor: Canson, fornitore delle carte fotografiche e Alivert per la stampa delle immagini.
La mostra può essere interpretata come una discesa, quasi onirica, nel profondo dell’essere, dove la nudità e il movimento del corpo s’intrecciano per dare vita a simboli e segni.
Le inquietanti immagini di Beat Kuert sono state elaborate a partire dalle fotografie scattate durante le performance che hanno per soggetto il corpo, orchestrate dal fotografo – da qui il titolo della mostra – che le ha anche arricchite con simboli onirici e sapienziali.
Solitamente, il curatore di una mostra interpreta le opere di un autore, suddividendole secondo un ordine che consegue dalla storia, dall’esperienza e dall’evoluzione dell’autore stesso.
In questo caso, avviene il contrario: Le opere di Beat Kuert sono state piegate alle complesse senzazioni generate quando Angelo Crespi le ha inizialmente incontrate sul suo cammino, risvegliando in lui una serie di senzazioni relative a precedenti esperienze culturali: I quaderni di Malte Laurids Brigge, il romanzo di Rainer Maria Rilke pubblicato nel 1910; un ospedale psichiatrico parigino dal nome evocativo di “Salpetriere”.
Inoltre, il manoscritto Voynich, un antico codice redatto intorno al 1400, indecifrabile trattato di alchimia o testo della kabbalah ebraica: il testo fu acquistato insieme a un lotto di libri dal collegio dei gesuiti di Villa Mondragone.
Ancora: la statua raffigurante la testa di Antinoo, sfortunato amante dell’imperatore Adriano, protagonista del celebre romanzo della Yourcenar, ritrovata proprio a Villa Mondragone.
Tutte queste sensazioni e altre ancora, legate da una serie di coincidenze che riportano al principio jungiano di “sincronicità” e alla fisica quantistica di Wolfgang Pauli, secondo Crespi, sono leggibili – ennesima coincidenza sincronica – nelle immagini sviluppate dal fotografo, cineasta, performer e artista Beat Kuert.
Angelo Crespi ne ha raccolte 80 delle più recenti, suddividendole secondo gli evocativi titoli dei capitoli del romanzo dell’accademica di Francia: Varius, Multiplex, Multiformis, Tellus Stabilita, Saeculum Aureum, Disciplina Augusta, Patientia, Animula, Vagula, Blandula.
La serata dedicata all’inaugurazione della mostra è stata animata dalla performance della compositrice e flautista Sylvia Catasta, con coreografie di Annalì Rainoldi, interpretate da allieve della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi.

Bert Kuert, filmmaker, performer, fotografo, artista. Milano, 2018. Nikon D810, 85 mm (85 mm ƒ/1.4) 1/125″ ƒ/1.4 ISO 1600
Accompagna la mostra un catalogo edito da Fondazione Maimeri.
BEAT KUERT. Furor corporis
Milano, MAC (via Tito Lucrezio Caro 1)
6-10 giugno 2018
Orari: 10-18
Ingresso libero
Per maggiori informazioni: tel. 347 7162530