L’Italia di Magnum

L’ Italia di Magnum. Da Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin, a Milano dal 9 maggio al 22 luglio 2018. Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini presenta la mostra , che propone 150 immagini di venti tra i più importanti fotografi del XX secolo, che raccontano la cronaca, la storia e il costume del nostro paese dal dopoguerra a oggi.

Leonard Freed, ITALY. Rome. May 1974. Divorce Law in Italy.

Interessante oggi, in un paese riluttantemente sull’orlo di un'(altra) svolta politica epocale, rivolgere lo sguardo all’indietro e passare in rassegna i decenni di storia repubblicana attraverso le lenti di un gruppo di fotografi appartenenti all’agenzia fotogiornalistica più celebre.

Nonostante il ragguardevole numero delle foto esposte (150), si tratta di una rassegna molto sintetica, non per questo meno incisiva: I decenni sono scanditi dai momenti salienti della loro storia:

Come co-fondatore dell’agenzia fotogiornalistica Magnum giustamente Henry Cartier-Bresson figura come punto di partenza di questa mostra, con un pugno di fotografie scattate negli anni ’30 che ritraggono un’Italia un po’ paysanne, un po’ naïve, come in quegli anni deve essere stata anche il suo paese d’origine.

La mostra apre il percorso però dagli anni ’40, con le fotografie del suo ideatore. Robert Capa documenta rovine di edifici e di quartieri abitati da una popolazione ancora con il naso all’insù, un riflesso condizionato dal timore dei bombardamenti. Il decennio si chiude con le foto di David Saymour, che ritrae i primi turisti stranieri, di nuovo con il naso all’insù, nel più confortevole ambiente della Cappella Sistina.

Gli anni ’50 sono caratterizzati da quello sguardo un po’ paternalista che vuole il nostro paese identificarsi con una certa provincialità, disseminata tra le vestigia di un passato opulento e glorioso (Elliott Erwitt). Le contraddizioni interessano anche le zone a più alta industrializzazione e ceti più abbienti, quando questi si confrontano per la prima volta con manifestazioni artistiche che non capiscono: siamo alle foto di René Burri alla mostra di Picasso a Palazzo Reale. Un discorso a parte merita il cinema neo-realista, vero primo successo del nostro paese in campo internazionale (Herbert List).

I ’60 sono caratterizzati dalle Olimpiadi di Roma (Thomas Hoepker), dai funerali di Palmiro Togliatti (Bruno Barbey) e dal boom economico, presentato in un reportage sulle vacanze sulla costa turistica romagnola (Erich Lessing). Né poteva mancare una menzione a Ferdinando Scianna (primo degli italiani a unirsi a Magnum), al suo celebre libro fotografico sulle Feste religiose in Sicilia (1965).

Negli anni ’70, il paese è pronto a confrontarsi con due argomenti epocali: il referendum sul divorzio (Leonard Freed) e l’abolizione dei manicomi, legge Basaglia 180 (Raymond Depardon), di cui, tra l’altro, corre in questi giorni il quarantesimo anniversario.

Gli anni ’80 sono rappresentati dal servizio di Patrick Zachmann sulla camorra napoletana e dalle foto di Martin Parr sul turismo di massa.

Nadia Righi, Direttore del Museo Diocesano Carlo Maria Martini.

Siamo arrivati alla fine del secolo e del millennio. L’evento rilevante in questo periodo è senza dubbio la guerra dei balcani e il conseguente coinvolgimento americano in Kossovo (Peter Marlow). In seconda battuta, i fatti vergognosi del G8 di Genova (Thomas Dworzak). Ma, accanto alla Storia, c’è ancora spazio per la creativa intraprendenza dei fotografi. Un servizio sul boom delle discoteche della costa romagnola (Alex Majoli) e, forse stimolata dalle iconiche fotografie di Mario Giacomelli, la serie di Chris Steele Perkins sulla Clericus Cup.

Walter Guadagnini, critico, storico della fotografia, direttore di Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, curatore

I nostri giorni sono rappresentati da una grande immagine del fotografo romano Paolo Pellegrin, che passa dalla morte di Giovanni Paolo II a un barcone carico di umanità, alla deriva nel Mediterraneo.

Attraverso queste 150 immagini, il mondo è cambiato ed è cambiata l’Italia. Il fine della fotografia è quello di mantenere viva la memoria del passato, mettendo in evidenza progressi e… degenerazioni.

L’ITALIA DI MAGNUM. Da Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin
A cura di Walter Guadagnini
Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini
piazza Sant’Eustorgio 3
9 maggio – 22 luglio 2018

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