Mario Botta. Spazio Sacro

La Pinacoteca Comunale Casa Rusca a Locarno propone una mostra dedicata un grande architetto svizzero: Mario Botta. Spazio Sacro. 22 architetture realizzate in differenti Paesi: Svizzera, Italia, Francia, Israele, Ucraina, Sud Corea e Cina. Tutti i progetti sono documentati con modelli originali, disegni e gigantografie.

Mario Botta, Spazio Sacro

Mario Botta, architetto. Locarno, marzo 2018

Mario Botta ha avuto diverse opportunità di confrontarsi con la dimensione del culto. Lo testimonia la quantità di progetti realizzati che riguardano questo particolare settore edilizio. Occasioni che lo hanno portato a scorgere sempre più chiaramente anche una dimensione del sacro insita nell’architettura nel suo complesso.

Cappelle, chiese, sinagoghe e moschee costituiscono un percorso di lavoro svolto in una realtà multiconfessionale, alla continua ricerca di una sintesi che soddisfi esigenze d’immagine, d’identità e di comunicazione, tra memoria del passato e cultura del presente.

Il gesto architettonico “ritaglia” una frazione di territorio e ne isola l’interno dall’esterno. La soglia costituisce il confine tra la contemplazione e il frastuono della città, tra la mondanità e la trascendenza, tra la modernità e la tradizione. Allo stesso tempo, con la sua stessa presenza fisica e struttura geometrica, l’oggetto architettonico si pone come un intruso o, per lo meno, come un nuovo elemento che interagisce col genius loci e modifica un contesto precedente al tempo della sua edificazione.

L’Architettura religiosa si confronta quindi con la memoria su due distinti livelli. Da una parte ha il compito di ospitare e di favorire la perpetuazione di un racconto rituale che si riattualizza ogni volta nell’assemblea dei credenti. Dall’altra, «l’opera d’arte, come quella d’architettura, si confronta necessariamente anche con le opere che l’hanno preceduta nel corso della storia. […] Creatività e tradizione sono ambedue forme espressive della stessa storia» (Mario Botta).

Mario Botta. Spazio Sacro

Mario Botta intento ad autografare il catalogo

L’architetto ticinese è consapevole che, radicati nella contemporaneità, gli uomini beneficino dell’eccellenza e dell’icasticità espressa dagli edifici progettati nel passato. In questo senso, «Il passato è la forma più autentica del nostro tempo». Pertanto, i progettisti contemporanei si trovano a fronteggiare un’impegnativa responsabilità quando consegnano a un panorama odierno consolidato e a un futuro ignoto opere architettoniche concepite nel presente, che a loro volta contribuiranno a essere “la forma più autentica” di un futuro popolato dai nostri discendenti, presso i quali ci rappresenteranno.

Ai profani, a coloro i quali vedono l’ingombro di un edificio come un ostacolo a una visione più ampia e più profonda, contropartita di una nuova opera di architettura può essere solo il piacere di contemplarla. Per queste persone, (ma anche per molti altri),  la domanda finale può essere solo: quanto sono belle chiese, sinagoghe e moschee e cappelle che portano il “marchio di fabbrica” dello studio di Mario Botta?

Nella loro estrema sintesi, le opere incluse in Mario Botta. Spazio Sacro rispondono al quesito positivamente. In più, un encomio meritano i progettisti coordinati dall’architetto ticinese, che hanno sviluppato l’allestimento con semplicità ed eleganza.

Nel catalogo. Salvatore Veca ci invita a riflettere sui tre termini canonici della durata citati nel De Architettura da Vitruvio: utilitas, firmitas e venustas. Funzionalità, solidità, bellezza.

«Per noi che la rincorriamo come possibile soluzione alla complessità dei problemi del costruire e come ragione del nostro impegno, la bellezza resta un enigma legato alla leggerezza del fatto poetico – scrive Mario Botta – inspiegabile a parole e inarrivabile con il pensiero ma che, quando si manifesta, sorprende per la semplicità e la gratuità imprevedibile del suo essere parte attiva del nostro mondo.»

L’esposizione è accompagnata dall’indispensabile complemento di un catalogo illustrato (Mario Botta. Spazio Sacro. Architetture 1966-2018, CHF 35.-) accompagnato da una introduzione di saggi critici (Mario Botta, Rudy Chiappini, Salvatore Veca, Gianfranco Ravasi, Corrado Bologna, Pierluigi Panza, Giorgio Ciucci) e, in ogni capitolo, da una selezionata raccolta antologica.

Mario Botta. Spazio Sacro

Rudy Chiappini, curatore. Locarno, Marzo 2018

Mario Botta. Spazio Sacro
direzione scientifica di Rudy Chiappini
25 marzo – 12 agosto 2018
Pinacoteca Comunale Casa Rusca
Piazza Sant’Antonio, 6600 Locarno (Svizzera)

Per maggiori informazioni:
+41 (0)91 756 31 85
servizi.culturali@locarno.ch
www.museocasarusca.ch
www.locarno.ch
www.facebook.com/Pinacotecacasarusca
www.instagram.com/casarusca

Condividi su:
Pin Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *