Curata da Germano Celant, la mostra Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943, alla Fondazione Prada di Milano, esplora il sistema dell’arte e della cultura in Italia tra le due guerre mondiali (di Cristina Risciglione).
In un periodo – il nostro – in cui certi deprecabili rigurgiti di sentimenti nostalgici stanno raggiungendo livelli di preoccupante effervescenza e alla vigilia di una scadenza elettorale dagli esiti incerti, una rassegna “oceanica” sulle espressioni artistiche e stilistiche del ventennio può sembrare un’iniziativa inopportuna.
In realtà, come spesso accade, pensiamo che l’operazione, che si fregia del crisma dell’accademia, costituisca un’opportunità e un rischio. Un’opportunità perché offre la possibilità di approfondire il fenomeno, anche se da una prospettiva forse esteticamente molesta ma socialmente più innoqua; un rischio perché può essere interpretata come uno sdoganamento intellettuale e un incoraggiamento agli elementi più “fragili” a proseguire in queste suddette poco desiderabili tendenze muscolari.
Il titolo si rifà al poemetto futurista Zang Tumb Tuuum (circa 1914) di Filippo Tommaso Marinetti, ispirato all’assedio di Adrianopoli durante la guerra bulgaro-turca.
La mostra – una selezione di oltre 600 lavori, tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, manifesti, arredi, progetti e modelli architettonici, realizzati da più di 100 autori – si snoda tra galleria Sud, Deposito, galleria Nord e Podium.
Post Zang Tumb Tuuum è una massa (enorme ma tutt’altro che informe, anzi, estremamente ben curata, presentata e disposta) di opere pittoriche dalle tinte brune, orbace, zigomi, mascelle e oggetti e progetti spigolosi e ingombranti, tra cui spiccano gli exploit di alcuni indiscussi maestri del periodo in esame.
L’allestimento parte dall’assunto che l’arte non esista mai in astratto, ma si esprima in un determinato contesto storico e culturale. In questo senso l’aspetto politico e quello estetico sarebbero inscindibili.
Lungi dal voler costituire il solito ambiente asettico e monocromo in cui le opere sono esposte singolarmente e in maniera anonima, i grandi ambienti della ex-distilleria, sono stati allestiti combinando arredi, manifesti, sculture, fotografie e opere di arte figurativa o astratta. L’intenzione del curatore è che ricostruire le condizioni materiali e fisiche della loro presentazione originale non solo consenta di indagare il complesso sistema di relazioni tra autori, galleristi, critici, ideologi, politici, collezionisti, mecenati e spettatori, ma permetta anche di esplorare il dispositivo di mostra nelle sue diverse declinazioni, come un elemento essenziale dell’universo simbolico del tempo.
Se questo era il progetto, l’esposizione ne è una realizzazione esemplare.
L’allestimento si presenta così come un percorso ritmato da 24 ricostruzioni parziali di sale espositive pubbliche e private. In questi ambienti, costituiti dall’ingrandimento in scala reale delle immagini storiche, vengono ri-collocate le opere originali di artisti come, tra gli altri, Giacomo Balla, Massimo Campigli, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Filippo de Pisis, Arturo Martini, Fausto Melotti, Giorgio Morandi, Scipione, Gino Severini, Mario Sironi, Arturo Tosi e Adolfo Wildt.
Da vedere.
La mostra Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943 è accompagnata da un volume scientifico di 696 pagine, che include più di 1.000 illustrazioni, edito dalla Fondazione Prada (€ 110 scontato a € 90 in occasione della mostra). La pubblicazione include il saggio del curatore Germano Celant, 15 testi di studiosi, storici e critici d’arte e architettura come Ruth Ben-Ghiat, Francesca Billiani, Maristella Casciato, Daniela Fonti, Emilio Gentile, Romy Golan, Mario Isnenghi, Lucy Maulsby, Antonello Negri, Elena Pontiggia, Sileno Salvagnini, Jeffrey Schnapp, Francesco Spampinato, Marla Stone, Alessandra Tarquini e un’ampia sezione composta da 64 approfondimenti tematici redatti in occasione della mostra.
La Fondazione Prada occupa l’ex-distilleria industriale appartenuta una volta alla Società Italiana Spiriti, risalente agli anni dieci del ‘900. Il complesso si estende su di una superficie di 18.900 m2 adiacente ai binari dello scalo “Romana” a Milano in un’area in cui convivevano edilizia industriale e popolare.
Accanto ai sette edifici preesistenti, sono stati costruite tre nuove strutture che comprendono uno spazio espositivo, un’ambiente multifunzionale dotato di cinema e la Torre, la cui apertura al pubblico è stata annunciata per il 20 aprile 2018.
POST ZANG TUMB TUUUM. ART LIFE POLITICS: ITALIA 1918-1943
a cura di Germano Celant
Fondazione Prada
Largo Isarco, 2
dal 18 febbraio al 25 giugno 2018
Maggiori Informazioni:
http://fondazioneprada.org