Le ndocce, sono torce assemblate dagli uomini di Agnone che legano insieme grossi fasci di rami di abete bianco proveniente dal bosco di Montecastelbarone (foto di Caterina Taglienti).
Nelle notti d’inverno, i contadini che tornavano ad Agnone dalle loro famiglie, per illuminare la buia strada di ritorno dal bosco e dai campi, accendevano grosse torce chiamate ndocce.
Questa tradizione risale, secondo alcuni, all’epoca dei sanniti ma comunque, a giudicare da diverse testimonianze documentali, a non di meno di sette secoli fa. Oggi, al termine di un caratteristico corteo di fuoco, giunti nella piazza di Agnone, i partecipanti danno vita a un immenso falò.
Nel 1932 si pensò di organizzare la prima ndocciata in occasione della vigilia di Natale e da allora, tutti gli anni, la notte della vigilia di Natale, le contrade di Agnone – Capammonde e Capabballe, Colle Sente, Guasta, Sant’Onofrio, San Quirico – si sfidano a chi sfoggia le ndocce più belle, che producono maggior luce e più a lungo, anche perché al termine della sfilata, era costume portare la ndoccia ancora accesa sotto la finestra della fanciulla amata.
La vista delle contrade che sfilano una dopo l’altra per la strada principale di Agnone, con gli uomini vestiti nel tradizionale costume, completo di mantello e di cappellaccio, è uno spettacolo suggestivo che richiama ogni anno centinaia di spettatori.
L’evento ha una funzione rituale: chi vi partecipa si libera simbolicamente di tutte le negatività del recente passato per affrontare con l’animo purificato l’Anno Nuovo.
Per maggiori informazioni:
Pro loco di Agnone