PAPI IN SOGGETTIVA – LA CHIESA E LA SETTIMA ARTE

Papi in soggettiva – Triennale di Milano

La mostra fotografica “ Papi in soggettiva. I pontefici, il cinema, l’immaginario”, al Palazzo della Triennale di Milano, descrive la relazione dei capi della Chiesa con questo potente mezzo di comunicazione.

I pontefici hanno accolto l’invenzione dei fratelli Lumiere come un’opportunità e come un rischio.

Come un’opportunità perché è apparsa subito lampante la possibilità di allargare la portata del messaggio evangelico. Come un rischio perché altrettanto chiaramente comprendevano che la stessa opportunità sarebbe stata offerta a soggetti poco inclini a seguire le raccomandazioni della Chiesa. D’altra parte, come ha dichiarato Monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria Vaticana per la Comunicazione, riportando una citazione da Igmar Bergman, «Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima».

La mostra, che si articola in due sezioni, documenta il percorso di questo controverso rapporto, tra progresso e conservazione, tra mondanità e ortodossia .

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La prima sezione documenta l’evoluzione del rapporto tra pontefici e il cinema attraverso le parole che i papi hanno pronunciato per stigmatizzare il loto interesse per lo strumento di comunicazione. Emblematica è la benedizione operata da Leone XIII ( 1810, papa 1878 – 1903), in cui il pontefice benedice un gruppo di maestranze del cinema, evento a sua volta ripreso dalla macchina da presa che automaticamente allarga a un pubblico più ampio la benedizione papale.

Sempre in questa sezione sono ricordate le produzioni cinematografiche intraprese da case cinematografiche più o meno legate al Vaticano, con registi da De Sica a Lucchino Visconti. La sezione si conclude con le recenti esperienze in cui il messaggio papale intercetta l’estetica cinematografica grazie alla collaborazione con maestri del calibro di Ermanno Olmi e Wim Wenders.

La seconda sezione raccoglie gli esempi del cinema in cui la figura papale fa la sua “comparsa” come personaggio o protagonista ma sempre tra altri personaggi e strumentalmente allo sviluppo di un racconto fittizio .

Spesso argomento di disagio da parte della Chiesa, se non di aperta protesta da parte di movimenti cattolici e di fedeli, questi film rientrano tuttavia in una modalità di inclusione della figura del pontefice che si guadagna comunque uno spazio nell’immaginario collettivo, gradito a fedeli devoti ma anche a irriducibili spettatori agnostici o scettici. Esempi autorevoli di questo genere di film sono rappresentati dai recenti papi cinematografici di Moretti e di Sorrentino.

Meno fittizie le biografie cinematografiche di personaggi papali particolarmente cari al publico al limite della mitologia: Da Pio X a Giovanni XXIII; da Montini a Luciani, a Wojtyła e, infine, al contemporaneo Francesco che, cosa fino a  oggi unica nella storia, partecipa personalmente da attore a una produzione cinematografica.

La mostra fotografica “Papi in soggettiva. I pontefici, il cinema, l’immaginario”, è curata da Monsignor Davide Milani e Gianluca della Maggiore, realizzata da Fondazione Ente dello Spettacolo e patrocinata dalla Segreteria per le Comunicazioni della Santa Sede, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali (CEI), dalla diocesi di Milano, dal Centro sperimentale di cinematografia, dalla Triennale, con il contributo di Regione Lombardia.

Papi in soggettiva. I pontefici, il cinema, l’immaginario
dal 3 ottobre al 18 novembre
Triennale di Milano
Ingresso libero

Maggiori informazioni:
Fondazione Ente dello Spettacolo (http://entespettacolo.org).

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