Zara, la città dalmata con un cuore veneziano
Originariamente un’isola, al pari dell’antistante arcipelago delle Incoronate che la separa dal mare aperto, Zara ha origini pre-romane. Nell’area d’influenza dell’Impero fino alla caduta di Costantinopoli, fu un protettorato della Repubblica di Venezia e, alternativamente, ungherese, per circa sette secoli (di Cristina Risciglione).
All’estremità orientale del centro, sulla facciata barocca del Porto Piccolo (Mali Arsenal), che è in pietra calcare, è presente ancora oggi il simbolo della Serenissima, il leone di San Marco. Al termine della Prima Guerra Mondiale, ritornata italiana per circa trent’anni, divenne Jugoslava alla fine della Seconda e, infine, croata dopo la dissoluzione della Federazione.
Il centro storico di Zara si sviluppa lungo un “decumano” che va dal Parco Regina Elena Madijevka alla chiesa della Madonna della Salute. Dal lungomare a Porta Marina va il cardo che interseca il decumano nella principale area monumentale, costituita dai resti dell’antico Foro Romano. Costruito tra il primo e il terzo secolo d.C., questo era dedicato all’imperatore Augusto. Nello stessa area si trovano la chiesa di Santa Maria, la chiesa di San Donato, e la cattedrale di Sant’Anastasia.
Quest’ultima, costruita in stile romanico pisano-pugliese ed edificata in pietra d’Istria tra il XII e il XIII secolo su un precedente edificio religioso del IV-V secolo, è il monumento più importante di Zara ed è la chiesa più grande della Dalmazia.
La cattedrale, coscienza mistica della città di Zara.
La facciata della Cattedrale di Santa Anastasia (Sveta Stošija) si sviluppa su due livelli. Il livello inferiore presenta tre portali. Il livello superiore è alleggerito da un motivo di arcate cieche sovrapposte, sul quale di aprono un rosone di stile romanico e uno, minore, gotico.
L’interno a tre navate divise da colonne e pilastri. La navata centrale è affiancata da due navate minori. Conformemente allo stile romanico, il presbiterio è innalzato per lasciare spazio alla cripta sottostante. Ai lati dell’altare, in stile gotico, il coro ligneo del ‘400, opera dell’artista Mastej Morozan.
Da notare, nella navata destra, l’altare del Santissimo Sacramento, barocco, opera dello scultore A. Viviani (1718). Nell’abside in fondo alla navata, il sarcofago contenente le ceneri di Sant’Anastasia. Nella navata di sinistra, un bassorilievo di Cristo, in ceramica, opera forse di uno dei Della Robbia. Verso il portale d’ingresso, una tela raffigurante un frate domenicano è conservata in un’elaborata cornice in pietra policroma.
Costruito in due tempi (1452-1894), il campanile a pianta quadrata è visitabile. L’illuminazione è data nei primi due piani da due archi per lato a tutto sesto; i due piani superiori sono illuminati da due bifore per lato. La copertura è una piramide ottagonale, sovrastata da un segnavento a forma di angelo.
Infine, sul retro della cattedrale, nel grande spiazzo dove si apre il Foro romano, si affaccia il convento di Santa Maria, fondato nel 1066. Accanto ad esso, in stile gotico, nel 1091 fu eretta la grande chiesa omonima, a tre navate. Pregevole il campanile romanico-lombardo. Di fronte, la Chiesa di San Donato rappresenta l’emblema della città di Zara ed è il più conosciuto monumento architettonico in Croazia risalente al primo Medioevo (IX secolo).