L’isola lunga dell’arcipelago delle Incoronate
Dugi Otok, nell’arcipelago croato delle Kòrnati (Incoronate), è raggiungibile da Zara (Zadar nella lingua locale) con un traghetto che compie la breve traversata in 90 minuti circa, tre-cinque volte al giorno. (di Cristina Risciglione)
L’isola non è abitata stabilmente. Le “case dei pescatori” che costituiscono una dozzina di agglomerati, vengono affittate a un turismo abituale. Ma la maggior parte delle presenze nella stagione estiva è rappresentata da diportisti. A dispetto della scarsità di ormeggi, barche a vela e a motore distribuite nell’Adriatico convergono sull’arcipelago. Per fermarsi alla fonda, approfittano delle innumerevoli cale e golfi riparati, che sono spesso luoghi ideali in cui svegliarsi e fare colazione in pozzetto, al cospetto della natura.
Un’unica strada percorre l’isola lungo tutta la sua estensione, affacciandosi ora sui paesi che sorgono a oriente, ora guardando le falesie che si ergono a occidente. Quaranta chilometri tra il faro di Veli Rat, a Nord, e il villaggio di Sali, a Sud. Quest’ultimo è il centro principale dell’isola, con un piccolo supermercato, due bancomat e diversi tra bar e ristoranti.
La vicina riserva naturale di Telašćica rappresenta una piacevole variante alla vita di mare. Strade sterrate si snodano sul territorio collinare. Passano vicino a siti archeologici da cui emergono i resti di un lontano passato. Falesie a picco proteggono ancora l’area dall’approccio dal mare oltre il quale s’indovina il profilo della costa italiana, probabilmente visibile nelle giornate terse. Una laguna – “slano jezero” (lago salato) – con acque cristalline popolate da granchi e paguri, si apre come un occhio ammiccante nella parte più meridionale dell’isola.
Un paradiso per barche a vela e a motore
Nei pressi dell’agglomerato di Žman, nel periodo estivo, quando il grafico delle presenze s’impenna, un impianto di itticoltura procura all’isola il fabbisogno di orate e branzini necessario a sfamare la folla di vacanzieri che affollano i ristoranti. Poco oltre, una strada panoramica di circa tre chilometri, porta alla caverna di Strašna peć, un’attrazione resa possibile dall’impegno personale di Vladimir Šarunić che, per un importo ragionevole, vi guiderà senza difficoltà nell’esplorazione della grotta profonda 65 metri.
L’agglomerato di Zaglav possiede l’unica pompa di carburante a Dugi Otok ed è perciò meta di una quotidiana processione di velieri e di motor yacht che vengono a rifornire i serbatoi. Il paese può contare su due negozi di alimentari e due ristoranti, ma ormeggi limitatissimi. Tuttavia, la baia è riparata da una diga foranea che permette un’ancoraggio protetto. Nonostante la presenza delle imbarcazioni, il ricambio d’acqua è abbondante, l’acqua è cristallina e assicura di potersi bagnare senza patemi d’animo.
L’acqua più pulita si può trovare intorno al faro di Veli Rat, un’estensione di terra che degrada a livello del mare all’estremità settentrionale dell’isola. Costruito nel 1849, dai suoi 40 metri di altezza, il faro segnala alle imbarcazioni un punto di mare caratterizzato da bassi fondali. L’ambiente marino è ottimo per l’esplorazione subacquea ma pessimo per la navigazione.
Poco lontano da Veli Rat, gli amanti delle spiagge più in voga troveranno a Sakarun tutto quello che apprezzano maggiormente: ristorante, bar, ombrelloni, sdraie e… tanta compagnia.
Sulla via del ritorno da Dugi Otok alla quotidiana vita di ogni giorno, dopo la breve traversata in traghetto, è consigliabile prendere in considerazione la sosta per una visita alla città dalmata di Zara.