Si pratica facendosi trainare su di una slitta da una muta di cani. Nato come mezzo di trasporto in terre remote e fredde come la Siberia, la Lapponia, l’Alaska, oggi, con l’avvento delle motoslitte, lo sleddog è praticato soprattutto a livello sportivo. (di Cristina Risciglione)
Una giornata di visibilità scarsa, dovuta alla neve che ha cominciato a scendere sempre più fitta fin dalla notte, può consigliare dunque di disertare le celebri piste di Cervinia per provare un’attività non meno inebriante.
Fino a ora, in Italia, è stato abbastanza ignorato, più che altro per mancanza di strutture. Ultimamente, però, è sempre più frequente imbattersi in nuove iniziative che, per un importo ragionevole, offrono di provare l’ebbrezza di guidare (si fa per dire) una slitta.
Il controllo del mezzo è in realtà piuttosto approssimativo, dato che i comandi sono una manciata: avanti, a destra, a sinistra, rallentare e fermarsi. Il resto lo fanno loro, i cani e a voi non resta che restare in equilibrio sulle estremità posteriori dei pattini. Unica preoccupazione, non farsi prendere di sorpresa, o perdere l’equilibrio e lasciare la presa, ritrovandovi improvvisamente a piedi.
Il Centro Sleddog Cervinia ha scelto per installarsi un luogo incantevole che si trova appena passato il limite del campo da Golf, uno dei più alti d’Europa, nella conca naturale dove scorre il torrente Marmore, nella località denominata Avouil. Ci si arriva percorrendo in discesa la strada verso Valtournenche uscendo a destra appena passata la stazione di servizio dell’Agip. La neve abbondantemente caduta rende il paesaggio magicamente incantato.
I cani sono Siberian Husky, una razza ottenuta nella Penisola di Ciukci, all’estremità orientale della Siberia, una terra protesa nello stretto di Bering, abitata dall’omonima comunità di eschimesi che se ne servivano per la caccia e per il trasporto. Li si trova in attesa, accucciati nella neve, legati a una lunga catena in un ordine che impedisce ai soggetti incompatibili di entrare in contatto e di azzuffarsi. Quando gli animali capiscono che si sta preparando una nuova uscita, monta l’eccitazione mentre dalla muta si alzano ululati d’una contagiosa impazienza.
Due credenze da sfatare. La prima è che per i cani sia un sacrificio. Non lo è affatto, per questi animali adattati ai climi freddi è invece un piacere che li fa letteralmente ululare d’eccitazione. La seconda e che il passeggero, tecnicamente detto “musher”, non faccia fatica. Non per niente lo sleddog è una disciplina sportiva. Intanto, restare in equilibrio sui pattini della slitta, spesso con un piede solo, spesso in discesa o un po’ inclinati, pronti a premere sul freno per non investire i cani o la slitta che vi precede, non è poi così banale. Se non bastasse, quando s’incontra una salita, per alleggerire lo sforzo della muta, occorre scendere e camminare o correre spingendo dietro al mezzo. Ritornati alla base dopo un lungo giro sul sentiero, ci si sente piacevolmente tonici.
Il titolare dell’attività è un piemontese, Luca Chiarelli, sportivo e appassionato cinofilo. Quando ha intuito che lo sleddog avrebbe potuto catalizzare l’attenzione di tutti gli amanti delle attività all’aria aperta, ha istituito un primo centro al Sestriere e, da quest’anno, ha installato un avamposto anche ad Avouil. Giri turistici di un’ora – compresi 15 minuti di “briefing” – ed escursioni da mezza giornata possono essere concordati con gli istruttori del centro, secondo l’età, la preparazione fisica e l’esperienza degli interessati.
Per prenotazioni e informazioni:
Centro Sleddog Cervinia
Buongiorno vorrei chiedere il listino prezzi e le modalità di prenotazioni per lo sleddog a Cervinia, grazie cordiali saluti