
«Non saprei sin d’adesso che risoluzione pigliarmi, di fermarmi nella patria o di ritornare per sempre in Roma donde vengo sollecitato da buonissime condizioni… Anversa mi basterà colli sui cittadini, quando potessi dir adio a Roma.»
Peter Paul Rubens è un pittore fiammingo anomalo. Bernard Berenson lo aveva già definito un “pittore italiano”, dato che il belga (era nato a Siegen nel 1577) aveva passato otto intensi anni (dal 1600 al 1608) in Italia, lavorando per importanti committenti, primi fra tutti i Gonzaga di Mantova.
Durante il suo soggiorno in Italia, una serie di concomitanze favorevoli, un carattere gioviale, uno spirito integro e una predisposizione alla diplomazia proiettarono ben presto il giovane artista belga in vetta alla lista dei pittori contemporanei più apprezzati, artisti del calibro di Caravaggio e Caracci.
La grande mostra Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco si propone di mettere a fuoco l’influenza che l’arte italiana, principalmente la scultura antica – come si può notare nei monumentali nudi di argomento mitologico – impresse sul giovane, promettente Rubens, ma anche l’ascendente che il belga esercitò sui colleghi più giovani, come Pietro da Cortona, Bernini, Lanfranco, fino a Luca Giordano e Salvator Rosa, dando avvio a quella che sarebbe poi stato definito lo stile barocco.
Quella di Palazzo Reale è una mostra comparativa che, a fianco di una quarantina di opere di Rubens, molte di dimensioni monumentali, espone una trentina di opere – dipinti di alcuni grandi protagonisti del ‘500 e di artisti barocchi e sculture antiche – che confermano l’assunto della doppia influenza operata su Rubens e impressa di ritorno sugli artisti italiani. Le opere provengono dalle più grandi collezioni del mondo e da numerose collezioni del nostro paese.
Le opere sono ripartite in quattro sezioni: NEL MONDO DI RUBENS, che inquadra la figura del pittore fiammingo; SANTI COME EROI, in cui i santi vengono rappresentati in maniera solenne e dinamica, che si ispira alla statuaria antica, animata da un movimento impetuoso e da un chiaroscuro intenso; LA FURIA DEL PENNELLO, che mette in luce lo stile irruente e prolifico di Rubens; LA FORZA DEL MITO, che mette in risalto la predilezione per gli spunti mitologici dai dettagli cruenti e dai risvolti poetici.
La mostra è curata da Anna Lo Bianco, affiancata da un comitato scientifico composto da Eloisa Dodero, David Jaffé, Johann Kraeftner, Cecilia Paolini e Alejandro Vergara, i cui contributi arricchiscono il catalogo edito da Marsilio.
La mostra è stata concepita e realizzata congiuntamente dal Comune di Milano, Palazzo Reale e Civita Mostre, con il contributo dell’Ente del Turismo dell Fiandre e di numerosi sponsor.